INTRODUZIONE
Le raccomandazioni scientifiche del Gruppo intergovernati- vo sui cambiamenti climatici (IPCC) sono chiare: se vogliamo mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5-2°C ed evitare conseguenze irreversibili e disastrose per le nostre so- cietà, dobbiamo raggiungere la neutralità climatica non oltre il 2050. La riduzione delle emissioni di gas a effetto serra è quindi una priorità assoluta per il movimento sindacale e la CES è impegnata a proseguire nel suo lavoro per garantire una transizione equa verso un’economia verde attraverso misure di mitigazione.
Ma mentre stiamo lavorando su proposte e regolamenti per ridurre le emissioni di carbonio, le conseguenze dei cambia- menti climatici si fanno sempre più evidenti. Gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi della storia moderna e 18 dei 19 anni più caldi si sono verificati a partire dal 2000. Simili au- menti della temperatura sono accompagnati da eventi mete- orologici estremi quali inondazioni, siccità e incendi che nel tempo stanno aumentando di intensità e frequenza. Non vi è più alcun dubbio che le conseguenze dei cambiamenti clima- tici siano un problema attuale e che tali cambiamenti interes- seranno sempre più i lavoratori.
Per questo è fondamentale che i sindacati siano coinvol- ti nell’adattamento ai cambiamenti climatici. Nel prossimo futuro saranno infatti necessarie ulteriori misure per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e i responsabili politici dovranno anticipare i cambiamenti futuri, al fine di tutelare l’occupazione nei settori più a rischio. È chiaro che i sindacati avranno un ruolo importante da svolgere per rendere le nostre società più resilienti, sia sviluppando nuovi contratti collettivi che offrendo raccomandazioni su misure politiche pertinenti.
In ogni fase di questo processo, sarà essenziale rispettare il principio della giusta transizione. Per il movimento sindacale europeo, giusta transizione significa (1) la presenza di mecca- nismi di solidarietà a sostegno dei settori e delle regioni più vulnerabili e colpite, (2) adeguati programmi di protezione so- ciale e formazione per garantire la resilienza dei lavoratori ai cambiamenti, (3) lo sviluppo di economie locali e la diversifi- cazione delle attività, (4) valutazioni d’impatto socioeconomi- co rigorose e strategie dettagliate sul lungo termine per antici- pare i cambiamenti, (5) un dialogo sociale efficace e una forte partecipazione dei lavoratori in tutte le fasi del processo, (6) la disponibilità di mezzi finanziari sufficienti attraverso un’equa redistribuzione.
La guida ha diversi obiettivi: in primo luogo, offre una chiara definizione del concetto di adattamento ai cambiamen- ti climatici. In secondo luogo, mira a fornire al lettore un’i- dea chiara di come le conseguenze dei cambiamenti climatici influenzeranno le diverse regioni europee e i diversi settori. Terzo, mira a spiegare quali effetti avranno i cambiamenti cli- matici sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. Infine, presenta una serie di raccomandazioni ed esamina le pratiche esistenti per consentire ai sindacati di intervenire sull’adattamento ai diversi livelli. … (Dall’introduzione a firma di Ludovic Voet, Segretario Confederale CES)
In allegato la guida predisposta da Etuc-Ces, la Confederazione Europea dei sindacati, di cui Fp Cgil fa parte.
fonte: https://www.fpcgil.it