Roma, 6 maggio – “La fase 2 del sistema dei servizi pubblici deve essere una sfida al cambiamento delle pubbliche amministrazioni, non un “liberi tutti”. È insensato, oltre che rischioso, un ritorno alla normalità come se nulla fosse accaduto. E sarebbe sbagliato non approfittare dell’ampio utilizzo dello smart working per riprogettare un sistema di servizi pubblici diverso”. Così la segretaria confederale della Cgil nazionale, Tania Scacchetti.
“Le pubbliche amministrazioni – aggiunge la dirigente sindacale – in queste settimane, nonostante l’epidemia ed il lockdown, hanno continuato a garantire servizi a tutti i cittadini che hanno potuto apprezzare la professionalità di lavoratrici e lavoratori troppo spesso criticati. Questo deve spingerci ad investire sul lavoro pubblico per far funzionare meglio i servizi, per snellire le procedure, per sfruttare al meglio le innovazioni tecnologiche”.
“Sfida – prosegue Scacchetti – che più volte la ministra ha lanciato alle amministrazioni del nostro Paese, ma che molti dirigenti non sembrano raccogliere, presi dalla fretta di far rientrare tutto il personale negli uffici. Ci aspettiamo quindi che il Dipartimento della funzione pubblica, in coerenza con quanto sostenuto dalla ministra in questi giorni e con le direttive adottate, ostacoli iniziative inopportune di molti enti”.
“Occorre ripensare – conclude la segretaria della Cgil – l’organizzazione del lavoro a partire da ciò che si è realizzato in queste settimane con il pieno coinvolgimento delle organizzazioni sindacali come definito dal Protocollo del 3 aprile, come serve continuare a vigilare affinché vengano attivate tutte le condizioni per garantire la tutela della salute dei dipendenti. Il sistema dei servizi pubblici può essere migliorato se si investe sulla professionalità dei lavoratori, sulla formazione degli stessi, sulle nuove tecnologie che possono rispondere a questa esigenza. Temi su cui riteniamo necessario, come richiesto anche dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, si apra un confronto con il governo”.
fonte: http://www.cgil.it