A chiedere un incontro urgente a Regione Lombardia i sindacati regionali insieme a Upl e Città metropolitana di Milano. Pirovano (Fp Cgil): alcuni Cpi rischiano la chiusura
19 mag. – “La pesante crisi economica che l’emergenza sanitaria ha generato porta a una fase che necessita più che mai del ruolo dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro. Il numero dei disoccupati salirà, abbiamo bisogno al più presto nella nostra regione di professionalità che possano svolgere al meglio questo ruolo”. Lucilla Pirovano, coordinatrice Fp Cgil Lombardia, è tra i firmatari della lettera unitaria e congiunta inviata nei giorni scorsi all’Assessora delle Politiche del lavoro, Melania Rizzoli, per chiedere a Regione un incontro urgente sul piano di potenziamento dei centri per l’impiego.
“Non si può continuare così, abbiamo Cpi dove sono rimasti uno o due operatori. Rischiano veramente la chiusura, servono nuove assunzioni – rileva Pirovano -. È stato importante, con questa richiesta, essere riusciti a coinvolgere le controparti, nella fattispecie Unione delle Province Lombarde e Città Metropolitana di Milano, con cui abbiamo trovato consapevolezza e interesse comuni, oltre che una medesima preoccupazione. Insieme abbiamo chiesto a Regione di attivarsi il prima possibile: i concorsi pubblici ora riprenderanno ma intanto i pensionamenti proseguono”.
È immaginario comune vedere la Lombardia a cavallo della velocità (economico-produttiva, connettiva, ecc.), ma su questa partita, che ha delegato – unica in Italia – alle Province, Regione tira il freno. Sul piano per potenziare i centri per l’impiego, finanziato dal governo, i sindacati lombardi premono da un anno. E ancora “siamo in un pesantissimo ritardo, aggravato dal Covid e le prospettive che ne conseguono e rafforzato dalla peculiarità lombarda rispetto alla scelta – che noi abbiamo criticato da tempo – di lasciare alle Province questa delega – afferma la sindacalista -. Un ritardo che fa emergere ancora una volta quei profili di discutibilità che avevamo già segnalato. Regione coordina sulla carta questa funzione senza poi nei fatti assumersene una vera responsabilità e questo non fa che complicare e ritardare le procedure”.
Un aspetto positivo, evidenziato da Pirovano, “è che insieme alle controparti si è ribadito quello che già aveva consentito la chiusura del confronto sui profili assunzionali, cioè che le procedure concorsuali saranno per titoli ed esami. Secondo noi, il lavoro svolto per parecchi anni dai lavoratori precari, anche presso le Afol (Agenzie formazione orientamento lavoro – ndr) non può essere cancellato e dentro le procedure di selezione questa esperienza va riconosciuta: è un bene comune, per i Cpi e l’amministrazione provinciale. Non può andare perso, anche per rispetto del lavoro svolto dagli operatori, nonostante condizioni di tutela non piena poiché a tempo determinato o spesso con forme di lavoro atipico. Siamo contenti che ora non sia solo il sindacato a sostenerlo davanti a Regione”. (ta)