Ancora nel limbo le lavoratrici della struttura. Cereda (Fp Cgil Monza e Brianza): “C’è bisogno di una assunzione di responsabilità da parte della Fondazione”
4 nov. – Dopo un mese siamo ancora qui a scriverne. Il San Giuseppe di Arcore, nido e scuola dell’infanzia paritaria, è stato messo in stato di liquidazione a settembre. Le lavoratrici ancora dipendenti della struttura, per avere diritto alla Naspi, l’indennità di disoccupazione, devono poter essere licenziate.
“Insieme alla Cisl, abbiamo più volte pungolato il Comune di Arcore e la Fondazione perché si sbrigassero per la liquidazione amministrativa coatta – afferma Simone Cereda, segretario Fp Cgil Monza e Brianza -. Nei giorni scorsi abbiamo appreso dalla stampa che saremmo noi sindacati a frenare sul licenziamento. A Ferruccio Magni, presidente del Cda della Fondazione Asilo San Giuseppe, replichiamo che per legge non si può siglare un accordo per incentivare all’esodo senza che ci siano le risorse per farlo. Probabilmente i licenziamenti collegati sarebbero contestati dall’Inps e quindi ritorneremmo al problema originario: le lavoratrici non potrebbero accedere alla Naspi”.
A metà novembre dovrebbero terminare le settimane di Fis scattate a causa del Covid. “Il fondo di integrazione salariale è partito il 24 febbraio ma è da fine aprile che le lavoratrici non vedono un quattrino – commenta Cereda -. C’è bisogno di una assunzione di responsabilità da parte della Fondazione, bisogna procedere alla tutela di queste persone, tanto più per un servizio di qualità erogato per anni. Lo scaricabarile non risolve, ognuno deve fare la sua parte”. (ta)