Creston (Fp Cgil): “un risultato importante che fa leva sulla formazione ed evita il ricorso agli ammortizzatori”
27 nov. – Raggiunto ieri e siglato oggi, tra sindacati e Uneba Lombardia, l’accordo quadro relativo all’attivazione del Fondo Nuove Competenze. “Questo accordo è un risultato importante, sia perché fa leva sulla formazione e riqualificazione necessarie anche a dare risposte innovative ai fabbisogni di assistenza e salute, alzando il livello della qualità prestata, sia perché evita il ricorso agli ammortizzatori sociali per le lavoratrici e i lavoratori. Il Fis, ricordiamolo, nei mesi scorsi è stato attivato in diverse realtà a causa del Covid” commenta Gilberto Creston, segretario Fp Cgil Lombardia.
Il dirigente sindacale spiega che lo strumento si è rivelato utile anche per avviare l’apertura delle trattative che porteranno, nei prossimi mesi, “a firmare con Uneba il nuovo contratto integrativo regionale. Già nei prossimi incontri, tra i primi temi che saranno trattati ci sarà quello dello smart working” afferma Creston.
Perché questo accordo? “La pandemia oltre all’emergenza sanitaria ha portato anche crisi e questo settore non ne è stato risparmiato, con le situazioni di grandi criticità, ad esempio, di molte Rsa, provate non solo, purtroppo, dalle tante vittime. Sono pari a circa 200 milioni le mancate entrate del settore, più le spese sostenute per i dispositivi di protezione di operatrici e operatori e, in generale, le norme di sicurezza anti Covid. Le ricadute si fanno sentire anche sul piano occupazionale, con le strutture, ripeto, che hanno fatto ricorso al Fis – spiega Creston -. Così con questo accordo vengono colte le potenzialità offerte dal Dl 34 del 19 maggio 2020, convertito nella Legge 77 del 17 luglio, che ha istituito presso l’Anpal il Fondo Nuove Competenze. Il FNC è destinato a percorsi formativi alternativi al Fis e alla cassa integrazione e questo accordo regionale quadro prevede la possibilità di attivare a livello aziendale l’accesso a queste disponibilità economiche. In sostanza, le aziende dovranno valutare se fare richiesta di queste risorse perché, visto il quadro critico determinato dal Covid, consentiranno di salvaguardare i posti di lavoro mettendo in percorsi di riqualificazione professionale il personale, rimodulandone l’orario di lavoro a retribuzione invariata”.
L’intesa prevede che vengano presentati, attraverso accordi tra sindacati territoriali, Rsa/Rsu e aziende, progetti formativi con “gli obiettivi di apprendimento delle competenze, i lavoratori coinvolti, il soggetto formatore, i costi e le modalità di svolgimento e la durata della formazione (con un tetto massimo di tempo a disposizione per ciascun partecipante pari a 250 ore – ndr), l’individuazione e validazione delle competenze dei lavoratori coinvolti, il percorso formativo, le attestazioni delle competenze acquisite”.
“Periodicamente il tavolo regionale verrà riunito per monitorare e valutare l’andamento del ricorso al fondo che, in prospettiva, potrà anche essere implementato” chiude Creston. (ta)