Oggi al presidio unitario di Cgil Cisl Uil sotto Regione Lombardia per fermare le stragi sul lavoro e chiedere un patto sulla salute e sicurezza sul lavoro è intervenuto anche Domenico Guglielmo, ispettore del lavoro a Varese e delegato Fp Cgil
31 mag. 2021 – “È quasi impossibile garantire la vigilanza”. Domenico Guglielmo, ispettore del lavoro a Varese e delegato Fp Cgil, parla dal palco unitario sotto Regione Lombardia, nel corso del presidio che chiede di fermare la strage di morti sul lavoro.
Guglielmo parte dalla sua provincia che ha più di 60mila imprese attive e dove l’Ispettorato territoriale del lavoro conta poco più di 15 ispettrici e ispettori davvero operativi. “Siamo circa in 27 in tutto, ma una larga parte di noi è costretta a svolgere in ufficio funzioni amministrative per carenza di personale. Questo significa che c’è un ispettore ogni 4mila aziende e ogni 28 mila addetti”.
L’Inl svolge attività ispettive e tra i suoi compiti c’è appunto la sicurezza sul lavoro, oltre alla vigilanza a tutto campo per il rispetto delle normative sul lavoro, gli appalti e per contrastare il lavoro nero.
La fotografia in cui versa l’Ispettorato varesino è impietosa e non migliora allargando il campo. “La situazione degli uffici territoriali dell’Ispettorato del lavoro in Lombardia è diventata un caso nazionale. Siamo largamente oltre la metà delle carenze in tema di vigilanza e di personale di supporto. In Lombardia il depauperamento delle risorse è diventato strutturale, gli scenari futuri sono inquietanti” rileva il delegato della Fp Cgil. Facendo anche notare l’importanza di questo servizio pubblico sotto un altro punto di vista. “Con il Recovery Fund si parla di deregulation in tema di appalti e opere pubbliche. La deregulation, sommata alle carenze di personale ispettivo sul territorio, può portare al risparmio di investimenti sulla sicurezza e alle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose. Questo non possiamo permettercelo!”.
Da qui due rivendicazioni precise. Una a Regione Lombardia, “per potenziare il personale laddove può assumere direttamente, cioè in Ats”. Servono più assunzioni per mettere le lavoratrici e i lavoratori delle attività di prevenzione sui posti di lavoro a fare quanto di loro competenza invece che, come successo in Ats Insubria, “a fare altro”, vedi il tracciamento del Covid.
L’altra istanza è quella di “fare pressione sul governo nazionale per andare a investire sull’Ispettorato nazionale del lavoro, per fare una vigilanza a 360 gradi che vada a tutelare i lavoratori dal punto di vista della sicurezza”.
Guglielmo dopo la denuncia e la rivendicazione, chiude con “un messaggio di speranza: con la prevenzione si può abbattere il rischio sicurezza, si può mettere fine a queste morti inique. Noi come personale ispettivo abbiamo questa vocazione, a servizio del cittadino, di quello che deve essere un presidio di legalità – sottolinea -. Come sindacato possiamo fare tanto ma solo se siamo uniti a chiedere questo potenziamento delle attività di vigilanza”.
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