26 Apr 2024
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Servizi ambientali / Sì alla qualità, no allo sfruttamento

Oggi lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dell’igiene ambientale. Anche in Lombardia, da Bergamo a Varese si sono tenuti presidi. Sotto Assolombarda quello dei territori di Milano e del Ticino Olona

8 nov. 2021 –  “Sciopero oggi perché stanno mettendo in discussione dei principi e dei valori che riguardano anche la dignità delle persone, prima ancora che il posto di lavoro. Bisogna, in questo caso, difendere anche i risultati di chi prima di noi ha scioperato e si è battuto per arrivare a un contratto nazionale che era uno dei migliori”. Marco Caccia lavora per Aemme Linea Ambiente, “l’azienda di rifiuti municipalizzata più grande del territorio del Ticino Olona” e oggi era in presidio a Milano, sotto Assolombarda, in occasione della giornata nazionale di sciopero proclamata da Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel.

“L’adesione allo sciopero nei quattro cantieri di ALA è stata quasi totale” segnala il delegato della Fp Cgil Ticino Olona, mettendo tra i punti principali della protesta “la tutela dell’articolo 6 del contratto nazionale, che non più di tre anni fa anche la parte datoriale ha sottoscritto e si è impegnata a rispettare. Ma non lo stanno facendo ed è invece fondamentale che lavoratrici e lavoratori, durante il passaggio in un’altra azienda con il cambio di appalto, mantengano il proprio status, ovvero il livello, l’anzianità, la parte retributiva, le varie tutele che si portano con sé. Per questo prima parlavo di dignità! Ora le parti datoriali non ti vogliono riconoscere più nemmeno quello che in anni di servizio in qualche modo si è conquistato. Per me è urgente programmare altre manifestazioni di questo tipo” afferma. Intanto che un gruppo di lavoratori intona un coro: “Se il contratto non firmerete, la monnezza vi terrete! Contratto, contratto!”.

Il contratto che i sindacati chiedono è di filiera, con estensione anche a chi opera negli impianti. Per un contratto forte, che rilanci il settore, è necessario però rafforzare le relazioni industriali. E tra le voci importanti non ci sono solo adeguati incrementi economici ma, ad esempio, anche la formazione.

Oggi in Italia, come in Lombardia, lavoratrici e lavoratori hanno partecipato ai diversi presidi organizzati per rendere più visibile la protesta, con lo sciopero che ha avuto una “straordinaria riuscita”. Il contratto è scaduto da 27 mesi. Nelle piazze italiane si è manifestato “a favore del rinnovo contrattuale e contro il progetto di liberalizzazione e privatizzazione selvaggia che c’è del settore” spiega Massimo Cenciotti della Fp Cgil nazionale, insieme alle ragioni della protesta che “sono semplici: avere un contratto forte sulle tutele di salute e sicurezza, sull’organizzazione del lavoro, e avere la legittima rappresentatività del mondo del lavoro che le imprese vogliono far venire meno. Oggi, e tutti i giorni che verranno, noi proveremo a conquistarci senza se e senza ma un giusto e sacrosanto rinnovo contrattuale”.

Marina Rossini lavora come amministrativa in Amsa, l’azienda milanese dei servizi ambientali, da 33 anni. Dal presidio sotto Assolombarda, intanto che con il megafono si alternano i messaggi dei delegati sindacali, ribadisce la sua convinta adesione allo sciopero “per il ritardo del rinnovo e per il tentativo di parcellizzare il contratto. Voglio assolutamente che il contratto rimanga nazionale e unico”. La lavoratrice inserisce anche le politiche di genere tra le rivendicazioni. “Ci sarebbe molto da fare, ad esempio attivare le pari opportunità. Abbiamo lavorato tempo fa per questo, dopo si è lasciato un po’ perdere. Prima in Amsa eravamo pochissime e non c’era affatto attenzione alle tematiche femminili, per le carriere, gli avanzamenti, i permessi. Mi pare che A2A (nel cui gruppo l’azienda milanese è entrata a far parte – ndr) presti invece più attenzione alle condizioni femminili. Io ormai devo terminare, sono all’ultimo anno di lavoro – prosegue Rossini – ma vorrei che le diversità fossero integrate, le specificità che portano le donne fossero affermate. Questi temi sono ormai entrati nel dibattito ma c’è ancora tanta strada da fare”.

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