8 May 2024
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La Nostra Famiglia / Il sostegno “di cuore” allo sciopero del 16 dicembre delle Rsu lecchesi

“Grazie a chi aderirà allo sciopero e lo farà anche per noi. Avete il nostro pieno sostegno e siamo certi che porterete anche la nostra causa nelle manifestazioni”

15 dic. 2021 – “Vogliamo il nostro contratto, vogliamo un giusto salario e che Contessa si metta l’animo in pace, lotteremo fino al riconoscimento dei nostri diritti”. Le RSU dell’Associazione La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, Ponte Lambro e Lecco, citano la canzone di Paolo Pietrangeli, morto lo scorso novembre, per portare il loro sostegno allo sciopero generale di domani, 16 dicembre, indetto da Cgil e Uil.

La pandemia impone a sanità pubblica e privata, insieme alle Rsa, di aderire solo simbolicamente alla protesta nazionale, con un adesivo ad hoc che le lavoratrici e i lavoratori indosseranno o renderanno visibile per l’occasione. Anche quelli della Nostra Famiglia, ente specialista nella cura e riabilitazione delle persone con disabilità, soprattutto dell’età evolutiva, che sono divisi da un coacervo contrattuale da quando la proprietà, l’Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità, ha applicato alla maggioranza dei circa 2000 dipendenti totali il contratto Aris Rsa-Cdr, lasciando sotto l’originario contratto della sanità privata (peraltro rinnovato dopo 14 faticosi anni) i circa 400 dipendenti dei centri di ricerca.

Solo nel territorio lecchese l’Associazione ha circa 750 operatrici e operatori. “Grazie a chi aderirà allo sciopero e lo farà anche per noi. Avete il nostro pieno sostegno e siamo certi che porterete anche la nostra causa nelle manifestazioni – sostengono le Rsu dei centri di Bosisio Parini, Ponte Lambro e Lecco -. Aderiamo con il cuore allo sciopero pur non potendovi partecipare, perché riteniamo iniqua la redistribuzione di questa finta manovra fiscale che, riformando le aliquote, ancora una volta ruba ai poveri per dare ai ricchi. Pretendiamo serietà e rispetto, non vogliamo elemosine lanciate dall’alto, in un evidente scollamento dalla realtà della classe politica del paese”.

Non può mancare l’affondo diretto nei confronti della proprietà e dell’indifferenza di quanti dovrebbero invece intervenire a tutela di chi lavora nell’ente. “Non vogliamo che il nostro rispetto per i nostri assistiti diventi un possibile alibi per i padroni della sanità privata per non riconoscere i diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori che tutti i giorni garantiscono i livelli essenziali di salute, e ancora una volta, mossi dalla responsabilità protestano, ma curano, riabilitano, assistono i più fragili – evidenziano le Rsu -. Lavoratrici e lavoratori come noi, da 15 anni senza aumenti salariali, hanno bisogno di vedere il giusto riconoscimento dei propri diritti e di un giusto salario. Non di una mancetta di 10 euro. Abbiamo bisogno di lavoro stabile. Abbiamo bisogno di riconquistare la nostra dignità – aggiungono -. Invece Regione Lombardia, che non batte ciglio sui mancati rinnovi, pensa a come accaparrarsi i soldi del PNRR con una finta e peggiorativa riforma sanitaria. Non batte ciglio neanche la Curia, forse la carità sulle spalle dei lavoratori è la moda degli anni 20 del nuovo millennio. Ma noi sappiamo di essere nel giusto! Attendiamo con pazienza che la giustizia faccia il suo corso, come lavoratrici e lavoratori, come delegate e delegati abbiamo fede”.