Nel 2012 l’amministrazione ha operato un cambio di contratto, da quello della sanità privata all’Aris Rsa-Cdr, al palo da 15 anni. Teresa Pizzimenti, coordinatrice Rsu per la Fp Cgil: “Chiediamo di rientrare nel contratto della sanità privata. Punto. Non ci devono essere lavoratori di serie A e di serie B!”. Francesca Di Bella, segretaria generale Fp Cgil Lodi: “Continueremo a lottare per il ripristino del contratto della sanità privata, ma intanto, con il potere d’acquisto che scende e la realtà che evolve, alle lavoratrici e lavoratori è dovuto il diritto al rinnovo contrattuale”
11 mag. 2022 – “Centro Psichiatrico San Colombano Fatebenefratelli. Gli ‘eroi’ dimenticati chiedono il rinnovo del contratto collettivo scaduto da 15 anni”. Così recita il camion-vela che da lunedì fa avanti e indietro Lodi e San Colombano, dove ha sede l’istituto, e che terminerà il suo tragitto venerdì 13 maggio, giorno in cui Fp Cgil – Cisl Fp – Fials territoriali, insieme alla Rsu Fbf, saranno in presidio davanti alla sede della Regione a Lodi (in via Hausmann, dalle ore 10 alle 12), per dare ancora più visibilità alla rivendicazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
“Lo stato di agitazione è aperto dal 15 aprile scorso, con uno sciopero degli straordinari che durerà fino al 15 maggio, e questo periodo segna una tappa di questa mobilitazione, partita dal livello nazionale e che abbiamo declinato a livello locale” spiega Francesca Di Bella, segretaria generale Fp Cgil Lodi.
Chiedete il rinnovo del contratto. “Sì, le lavoratrici e i lavoratori sono stanchi di aspettare e anche molto amareggiati visto che fino al 2012 il loro contratto di riferimento era quello della sanità privata – racconta la dirigente sindacale -. Poi da quell’anno il loro contratto è stato scorporato e messo nell’ambito del ccnl Aris Rsa-Cdr (residenze sanitarie assistenziali e centri di riabilitazione – ndr), una vera vergogna, che la Fp Cgil non ha sottoscritto. In più, mentre il contratto della sanità privata, seppure dopo 14 faticosi anni, è stato sottoscritto, quello Aris Rsa-Cdr è fermo dal 2007. Mentre il costo della vita non si ferma”.
Cosa è successo con il cambio contrattuale del 2012? “Ai nuovi assunti sono stati applicati tabellari più bassi, con due ore settimanali di lavoro in più, da 36 a 38, che si sono beccati anche i dipendenti già in essere. Un’ingiustizia nell’ingiustizia!”.
“Siamo esasperati. Ci occupiamo di sanità, abbiamo la responsabilità di curare persone con disabilità psichica e ci occupiamo di riabilitazione psichiatrica: non vedo perché il Fatebenefratelli abbia messo il centro di San Colombano e quello di Cernusco con questo scellerato contratto Aris Rsa-Cdr! Siamo come una costola separata – attacca Maria Teresa Pizzimenti, coordinatrice Rsu per la Fp Cgil -. È come se una madre con due figli nutrisse uno a ostriche e l’altro a pane duro. Anche noi rientriamo nell’alta intensità riabilitativa ma siamo pagati come se lavorassimo nelle Rsa. Chiediamo di rientrare nel contratto della sanità privata. Punto. Non ci devono essere lavoratori di serie A e di serie B!”.
La delegata Cgil riferisce che, dopo un’istanza con l’amministrazione perché, “sottopagati, le lavoratrici e i lavoratori se ne andavano, solo agli infermieri (e non anche agli oss) sono stati riconosciuti gli stipendi dei già assunti”. Che comunque si sono ritrovati a lavorare 2 ore in più non pagate. “Nel 2020 vi hanno dato 250 euro di welfare aziendale come premio, doveva esserci anche nel 2021 ma dicono che non ci sono soldi. Ci hanno anticipato 70 euro rispetto all’ipotetico aumento contrattuale – aggiunge – però il contratto Aris Rsa-Cdr è fermo da 15 anni, dovrebbero essere di media 15mila euro a testa e tanti lavoratori sono andati in pensione: i nostri datori di lavoro hanno risparmiato un sacco!”.
Su questi 70 euro dati da Fbf tempo fa Di Bella, pur apprezzando il segnale, dice: “Questa elargizione non rende giustizia di tanti anni di lavoro. Queste lavoratrici e lavoratori, va ricordato, sono stati al centro del luogo di sofferenza massima con l’arrivo del Covid e anche questa fatica va considerata. Un contratto – prosegue -, oltre a un riconoscimento economico adeguato e che oggi tenga conto dell’inflazione, deve anche aggiornarsi sul piano normativo alla realtà in evoluzione. Il ccnl Aris Rsa-Cdr è già peggiorativo rispetto a quello della sanità privata (su cui comunque continueremo a lottare), non possiamo limitarci a un anticipo: il contratto è più dignitoso, è più giusto, è un diritto ed è quello che chiediamo”.