3 Jul 2024
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Rsa bresciane / Il tempo dell’ascolto, dell’azione e della cura

Attivo della Fp Cgil Brescia e della Fp Cgil Val Camonica Sebino con le delegate e delegati delle residenze per anziani

8 sett. 2022 – “Il primo obiettivo, quello di fare uscire dall’isolamento e di dare visibilità alle problematiche delle Rsa del nostro territorio è riuscito. La conferenza stampa, cui hanno partecipato anche le lavoratrici e i lavoratori, è riuscita”. Vincenzo Moriello, segretario generale della Fp Cgil Brescia è decisamente soddisfatto dell’attivo organizzato oggi insieme alla Fp Cgil Val Camonica Sebino con le delegate e i delegati delle residenze sanitarie assistenziali, conclusosi, appunto, con un incontro con i media.

L’attivo, introdotto da Paola Cottali, segretaria Fp Cgil Brescia, ha visto il contributo in collegamento video di Gilberto Creston, segretario Fp Cgil Lombardia, che ha fatto il punto (e la critica) sulla delibera con cui Regione avvia la sperimentazione dell’operatore socio sanitario con formazione complementare per tamponare le carenze di personale infermieristico, e l’intervento di Giorgio Cotti Cometti della Fp Cgil Val Camonica Sebino.

“Importante quanto emerso dai lavori di gruppo delle delegate e delegati delle Rsa, che con grande energia hanno rappresentato da un lato, la loro carica valoriale e affettiva rispetto a un lavoro di cura e assistenza di persone anziane e fragili, dall’altro i loro carichi sempre più pesanti e difficoltà crescenti per via di carenze di organico e risorse economiche in riduzione – spiega Moriello -. Grandi timori desta ora anche l’aumento abnorme, fino al 150%, dei costi energetici, per cui le strutture stanno via via accumulando perdite: si riuscirà a reggere senza aumentare le rette o compromettere la tenuta del servizio? Oggettivamente lo sforzo delle lavoratrici e dei lavoratori, già provati dalla pandemia, è immane, con l’emorragia di colleghi che, nei vari ruoli, abbandonano per dirottarsi sulla sanità pubblica o su altre realtà”.

Sul territorio bresciano sono presenti circa un centinaio di Rsa, sostanzialmente tutte privatizzate, per circa 10mila persone anziane ospiti.

Questo incontro è stato importantissimo per le nostre delegate che si sono sentite in qualche modo sollevate dal riscontrare che le loro problematiche lavorative non sono una specificità della singola Rsa ma che sono estese a tutte le strutture. Il sollievo nasce dall’idea che se il problema è comune allora si possono unire le forze e qualcosa si può fare – afferma Eleonora Dell’Anna, segretaria generale Fp Cgil Valcamonica Sebino -. Questo nostro intervento sindacale è il primo di una serie che abbiamo intenzione di fare, per dare il segnale alla politica di mettere mano alle problematiche del settore” aggiunge.

Anche per Dell’Anna, come per Moriello, la modalità dei gruppi di lavoro e quindi dell’ascolto è stata centrale. “Il confronto ha permesso di sfogare tensioni e frustrazioni rispetto al vedere che il mondo delle case di riposo e delle Rsa è completamente cambiato negli ultimi 4-5 anni. Alle lavoratrici e lavoratori pesa molto il non poter più dedicare tempo adeguato alle persone anziane, il tempo di una carezza, di un sorriso, di una battuta, il tempo di parlarsi un po’. Non solo il tempo della medicina, il tempo sanitario, ma anche il tempo umano – racconta la segretaria generale camuna -. Una nostra infermiera, ad esempio, non vuole lasciare la Rsa dove lavora perché pensa che un domani potrà essere la residenza dei suoi genitori, a cui vorrebbe fosse dedicato, come per tutte le altre persone anziane, il giusto tempo”.

Abbiamo voluto lanciare questo grido d’allarme insieme alle operatrici e agli operatori su un tema che non riguarda solo il presente ma anche i futuri cittadini anziani che vogliamo sensibilizzare insieme alle istituzioni. Questo settore, già importante, avrà un’importanza crescente – incalza Moriello -. Tenere insieme condizioni del servizio e di chi lo eroga è centrale. Per questo riteniamo che, visti i rincari energetici, una quota degli extraprofitti fatti dalle imprese sia data al mondo delle Rsa, al mondo socio sanitario, per garantire la continuità delle attività di cura e assistenza e la continuità occupazionale. Tra le nostre proposte – prosegue- ci sono anche la ridefinizione degli standard qualitativi dei minutaggi assistenziali, visto che sono le stesse strutture a ritenere insufficienti i 911 minuti settimanali, e il rifinanziamento pubblico del sistema. C’è poi la questione dell’omogeneità di trattamenti da affermare per le lavoratrici e i lavoratori, spezzettati, con significative disparità normative e salariali, tra il contratto delle Funzioni locali e quelli del Terzo Settore. Da qui la necessità di affiancare a ulteriori momenti di incontro tra operatori, cittadini e istituzioni anche percorsi di mobilitazione”.