24 Nov 2024
HomeMilanoIstituto Penale Minorile Beccaria / Il mix pericoloso

Istituto Penale Minorile Beccaria / Il mix pericoloso

Tra la gestione precaria per i continui avvicendamenti dei direttori, le carenze di organico e il ricambio continuo di giovani poliziotti penitenziari, tra sovraffollamento e aggressioni, la situazione del carcere minorile è veramente dura, come racconta Gennaro Lestingi, delegato Fp Cgil Milano

25 ott. 2022 – “Negli ultimi anni stiamo vivendo situazioni al limite, soprattutto legate al sovraffollamento. Questa mattina i giovani detenuti sono 47, su 36 posti disponibili. Sono ragazzi, per un buon 70% extracomunitari, non conoscono la lingua, sono spaventati e provati per la loro esperienza di vita e stare compressi in stanze piccole, sporche, li porta a essere aggressivi. Per noi poliziotti penitenziari, che siamo ridotti all’osso, è un lavoraccio. Non c’è più calma”. Gennaro Lestingi lavora all’Istituto Penale Minorile Beccaria di Milano, da qualche anno nell’ufficio che si occupa della movimentazione del denaro dei detenuti invece che nel servizio di vigilanza.

Stiamo parlando di ragazzi dai 14 ai 21 anni. “Se l’ordinamento prevede che, scontando la pena, nei minorili possano stare persone fino ai 25 anni, da noi la tendenza è di non superare i 21” specifica il delegato della Fp Cgil Milano, subito dopo raccontando dei “12 uomini non sostituiti” che hanno peggiorato ulteriormente le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria dell’istituto.

Lui stesso ammette: “Lavoro in ufficio ma riesco a starci solo un giorno a settimana e così si accumula l’arretrato. D’altronde, come altri agenti con me, sopperiamo alle carenze di personale non solo penitenziario ma anche civile sul fronte amministrativo. Dopodiché, visto che non abbiamo garanzia degli orari di lavoro, visto che sai quando arrivi ma non quando vai, e si saltano pure i pasti, diamo una mano a dare il cambio ai colleghi, magari nei tribunali, quando si accompagnano i detenuti ai processi, o per portare i ragazzi nelle comunità, anche fuori regione”.

Un poliziotto penitenziario nei giorni scorsi è stato aggredito ed è finito al pronto soccorso, come denunciato dalla Fp Cgil. “Lavoro da 22 anni nell’Amministrazione, in effetti il clima si è inasprito. Ripeto, il sovraffollamento di tanti soggetti diversi, difficili non aiuta. Il nuovo padiglione è in costruzione da circa 12-13 anni, non è mai stato consegnato. Con quello, potremmo arrivare anche a 80 ragazzi e evitare il continuo loro spostamento, per cui ne escono 12, ne entrano 15 e poi alla fine tornano anche quelli di prima. Ovviamente, insieme al nuovo padiglione, abbiamo bisogno di avere un numero corposo di agenti. Va segnalato anche segnalato – aggiunge Lestingi – che sui ragazzi detenuti non riusciamo a fare più presa, a imporre le regole”.

Come mai? “Questo dipende anche dalla gestione dell’istituto, c’è un avvicendamento continuo di direttori, che stanno qualche mese e poi vanno via. L’Istituto Minorile non dà prestigio e qui bisognerebbe mettere mano a tutti i livelli, dal personale penitenziario al personale educativo. Nessuno ha l’interesse a farlo restando per pochi mesi. Sappiamo già – anticipa Lestingi – che arriverà un nuovo direttore tra circa un anno. Ora sta facendo il corso. È un giovane neo laureato che sarò buttato nel marasma, senza esperienza. Purtroppo anche col personale penitenziario giovanissimo abbiamo problemi” afferma.

In che senso? “C’è un ricambio continuo, i giovani lavoratori, quasi tutti del Centro Sud, non hanno nessun interesse a restare a Milano. Magari stanno un anno, due anni e poi vanno via, dopo che sono stati formati. Così la difficoltà di gestione qui è continua”.

All’IPM c’è solo la sezione maschile. Ci sono anche poliziotte penitenziarie? “Sì, più spesso le colleghe stanno in portineria ma anche a contatto con l’utenza maschile. Per loro lavorare in un clima di continue tensioni è anche più pesante”.

La situazione è ormai insostenibile e merita attenzione da parte delle Istituzioni preposte e dall’Amministrazione ha dichiarato Calogero Lo Presti, coordinatore Fp Cgil Lombardia -. I lavoratori, già in difficoltà per i carichi di lavoro, non si sentono tutelati, l’ambiente lavorativo è divenuto pesante ed ingestibile. Lo stress li sta attanagliando. Praticamente siamo dinanzi ad un caos ed eventi critici senza che l’Amministrazione adotti dei seri provvedimenti. Siamo molto preoccupati”.

La Fp Cgil ha più volte denunciato a tutti i livelli dell’Amministrazione della Giustizia Minorile le condizioni in cui versa il Beccaria. Bisogna gestire questa pericolosa situazione che difficilmente, restando tale, potrà fare svolgere compiutamente all’Istituto i suoi compiti. Bisogna intanto assumere tutto il nuovo personale necessario. Tenendo anche conto che le carenze di organico stanno anche avendo ricadute sull’attività amministrativa che viene sacrificata per fare fronte alle diverse incombenze, tra qui gli spostamenti tra carceri – afferma Cesare Bottiroli, segretario della Fp Cgil Milanese -. All’agente aggredito va tutta la solidarietà del nostro sindacato. La salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è per noi una priorità e continueremo a perseguirla con determinazione”.