Manuela Vanoli, segretaria generale uscente della Fp Cgil Lombardia, relaziona al XII congresso della categoria regionale
17 gen. 2023 – Tutela del pianeta e della “Pace in senso pieno, come assenza di guerra e come benessere delle persone”. Diritto al futuro per tutte le persone, anche quelle che cercano salvezza attraversando il Mediterraneo e che non vanno respinte nei lager libici o raccolte dalle Ong solo al loro primo giro. Diritti umani, sociali e civili, diritto all’autodeterminazione femminile e diritto delle donne a vivere ed essere se stesse, libere, come stanno rivendicando per prime le donne afghane e le iraniane. La necessità di un’Europa “più forte, unita, autonoma, sociale e solidale, luogo dell’accoglienza e insieme di difesa e sicurezza condivisa”, sempre “nell’ottica di affermare la pace”, e non certo l’Europa del “Qatargate” e della corruzione. Manuela Vanoli, segretaria generale uscente della Fp Cgil Lombardia, nella relazione al XII congresso della categoria regionale, a Varese, ha affrontato diversi “nodi problematici che rendono il nostro presente scottante, con urgenze da risolvere”.
Le assemblee congressuali di base territoriali di categoria hanno visto il confronto di due documenti, quello firmato da Maurizio Landini “Il lavoro crea il futuro” (che ha preso il 93,93% dei consensi), e quello firmato da Eliana Como, “Le radici del sindacato” (che ha preso il 6,07% dei consensi), che sono stati votati da oltre 26mila iscritte e iscritti.
Vanoli, partendo dal titolo del documento maggioritario, sostiene che “Se il lavoro crea il futuro, questo futuro passa in gran parte dal lavoro pubblico, da quei servizi pubblici, sia del settore pubblico che del privato, che accompagnano tutta la vita delle persone, e che sono leva di crescita e sviluppo del Paese, se si crede davvero nel loro potenziale e si investe nel loro valore”.
I tempi sono senz’altro difficili, da un lato con l’esecutivo di destra di Giorgia Meloni, “prima donna a guida di un governo italiano” che incarna “l’infelice paradosso di una donna patriarcale”, dall’altro a fronte della “multi crisi, aggravata dalla finanziarizzazione globale, da quanto le politiche di austerità hanno causato negli anni e da una pressante incertezza e instabilità. È arrivato il tempo di ripensare i modelli di stato sociale. Partendo da un progetto politico europeo dove si riaffermi la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che traduce la solidarietà sociale e diritti imprescindibili, quali quello universale alla salute – afferma la dirigente sindacale -. Un progetto politico che deve guardare lontano, basato su più giustizia sociale, su politiche pubbliche di innovazione sociale, su innovazione organizzativa delle amministrazioni pubbliche e delle attività private, su digitalizzazione e riconversione delle attività produttive con forti investimenti nella ricerca”.
E, guardando al nostro Paese, c’è un’altra Carta importante, insieme al faro della Carta Costituzionale nata dalla lotta della Resistenza al nazifascismo, ed è la Carta dei diritti universali del lavoro “presentata dalla Cgil con più di un milione di firme raccolte nelle piazze e nei posti di lavoro e ferma da anni in Parlamento. Vogliamo che diventi finalmente legge, per l’idea di uguaglianza dei diritti fondamentali che sono in capo alla persona che lavora, a prescindere dal tipo di rapporto di lavoro che ha. Un nuovo Statuto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, molto più inclusivo” dice Vanoli.
Intanto, la Fp Cgil Lombardia continua a fare la sua parte nel rivendicare di investire nei servizi pubblici, di procedere con urgenza a un massiccio piano occupazionale nelle pubbliche amministrazioni e alle stabilizzazioni.
“Con questo governo la strada del lavoro pubblico e della cura dei servizi pubblici pare in salita sostiene Vanoli -. Se questa finanziaria lascia senza risposte 87.000 precari, almeno i tirocinanti della Giustizia, ma dopo più di 10 anni di precariato e una lotta condotta più spesso in solitudine dalla CGIL, lo scorso 2 gennaio hanno finalmente siglato il loro contratto a tempo indeterminato. Ancora senza certezze di stabilizzazione però – aggiunge – sono le ricercatrici e i ricercatori della sanità pubblica che hanno un rapporto di lavoro precario anche da 30 anni e che continuano a rimanere precari. Nonostante l’importanza del loro lavoro: era ancora precaria Francesca Colavita quando, allo Spallanzani di Roma, ha contribuito a isolare nel febbraio 2020 il SARS-CoV-2. Sicuramente il tema della salvaguardia e del rafforzamento stabile della sanità pubblica e universale (a tutto campo, dalla salute mentale a quella di genere e delle persone anziane e più fragili e partendo dalla prevenzione) – evidenzia –, è uno dei temi più grandi che abbiamo da affrontare. Auspichiamo che le prossime elezioni regionali segnino, per la Lombardia, anche da questo punto di vista, una svolta”.
Per quanto concerne i settori privati, in particolare quelli della filiera degli appalti e subappalti, Vanoli ha rivendicato, insieme ai rinnovi contrattuali e al raggiungimento di pari diritti e salari quando si svolgono sotto lo stesso ente pubblico identiche mansioni, “una legge sulla rappresentanza analoga a quella che abbiamo nel pubblico, che misuri l’effettiva rappresentatività di ogni organizzazione sindacale e che fermi quindi il fenomeno, ormai fuori controllo, della nascita di sindacati dal nulla, non rappresentativi ma titolati ugualmente a firmare contratti nazionali”.
La categoria regionale, per riassumere il lavoro degli ultimi quattro anni ha prodotto un ebook, a cui la segretaria generale ha rimandato nel toccare i diversi problemi e le varie sfide che si hanno di fronte.
Tra i casi paradossali e paradigmatici Vanoli cita i Vigili del fuoco che non hanno riconosciute le malattie professionali e a cui non vengono decontaminate le divise, cita il mondo carcerario che non può essere “relegato a un buco nero che di continuo implode tra aggressioni, autolesionismi e suicidi”. Cita i 13 processi di esternalizzazione dei servizi educativi all’infanzia in atto in Lombardia, quando “l’accesso a un asilo nido di qualità è un diritto di tutti i bambini e le bambine”. E il rischio che venga meno il “potenziamento dei Centri per l’impiego. Le politiche attive sono sempre più fondamentali ma le assunzioni, tanto auspicate, devono ancora essere completate, sono ancora molti i posti vacanti. Regione Lombardia ha delegato – unica in Italia – alle Province questa funzione. Una scelta che, così come avvenuto anche per la Protezione Civile, genera disomogeneità fra i territori e mette a rischio i servizi stessi a causa della carenza di risorse in cui versano gli enti Provincia e dell’assenza di un efficace coordinamento da parte della Giunta regionale”.
Le carenze di personale sono il filo rosso che attraversa tutti i servizi pubblici e che si ripercuotono sulle condizioni di lavoro e la qualità e la tenuta dei servizi erogati. E questo si traduce in diritti di cittadinanza pericolanti.
Anche da questo punto di vista, lo stagliarsi all’orizzonte dell’autonomia differenziata non lascia tranquilli. “Un conto è investire nel decentramento amministrativo secondo funzioni, risorse e obiettivi chiari e definiti, altro è una secessione legislativa che va contro la coesione sociale e territoriale che noi vogliamo, minando così la garanzia per tutte le persone dei diritti sociali fondamentali, dalla salute e istruzione al lavoro e alla tutela dell’ambiente. Lo Stato deve essere questa garanzia” attacca Vanoli. Ribadendo, in particolare, “all’infinito”, di volere “il ritorno al diritto alla salute pubblica e universale, come già proposto dalla Fp Cgil con la nostra Confederazione, attraverso un piano di riforma del Servizio SocioSanitario Nazionale”.
La difesa del perimetro pubblico, dei beni comuni e dei beni pubblici è, per la categoria, imprescindibile.
E un occhio particolare va alle tante delegate e tanti delegati giovani che si sono avvicinati, con le elezioni Rsu, alla Fp Cgil e a cui va garantito l’impegno preso a percorsi di formazione continua sul territorio. E che, con tutte le Rsu, vanno coinvolti nei processi anche decisionali della categoria.
Più in generale, Vanoli guarda ai giovani come futuro, di cui “avere cura, attraverso il presente”.
E il presente passa dalla democrazia e dall’antifascismo, da quella Funzione Partigiana che fa quadrato rosso attorno ai bisogni e i diritti delle persone, dalle lavoratrici e lavoratori, alle cittadine e cittadini.