Bruno Zecca, segretario Fp Cgil Medici Lombardia: “Privatizzare un servizio come il pronto soccorso, pilastro fondamentale del servizio pubblico, significa minare proprio dall’interno il sistema stesso”
23 gen. 2023 – All’interno del servizio sanitario pubblico sta emergendo il fenomeno delle cooperative di medici nei pronto soccorso ospedalieri.
“Non è qualcosa che ci è caduto sulla testa all’improvviso, era prevedibile ed è la conseguenza di tutte le azioni e tutte le negligenze che la politica in questi anni ha perpetuato sul Servizio sanitario nazionale. Purtroppo è il fenomeno che rischia di far crollare l’intero sistema – afferma Bruno Zecca, segretario Fp Cgil Medici Lombardia -. Privatizzare un servizio come il pronto soccorso, pilastro fondamentale del servizio pubblico, significa minare proprio dall’interno il sistema stesso”.
Il paragone che usa il medico sindacalista per spiegare il problema è quello di virus che infetta la cellula. “E così le cooperative fanno entrare il servizio privato all’interno del sistema pubblico. Questo in una veste che però resta abbastanza indefinita – evidenzia -, perché è indistinguibile, per il cittadino, un medico che lavora 36 ore di turni continuativi rispetto a un medico del servizio pubblico che, giustamente, ha diritto al riposo ma anche alla tutela del paziente che tratta”.
La preoccupazione è grande, siamo davanti, per Zecca, a “una vera e propria emergenza nella quale, se non si fanno delle azioni concrete e rapide, il paziente, in questo caso il nostro Servizio sanitario nazionale, rischia di morire proprio perché non si attuano i provvedimenti necessari”.
Quali, a partire dal territorio lombardo, già partecipe di questo fenomeno? “Un piano straordinario di assunzioni; una completa inversione delle condizioni di lavoro, che significa anche un cambio di mentalità da parte delle direzioni generali sull’approccio al problema pronto soccorso ma, più in generale, al problema del benessere organizzativo; un approccio più sostanziale al sistema della performance che in questo momento risulta essere, invece, più formale; e, ovviamente, accompagnare questo a una revisione delle politiche salariali, visto che comunque siamo i medici meno pagati” considera Zecca, evidenziando come soprattutto i servizi di pronto soccorso risentano di politiche aziendali “che tendono a pagare meno piuttosto che a riconoscere di più il lavoro della complessità che è tipico del pronto soccorso”.
Cioè? “Pronto soccorso significa complessità, complessità del paziente, complessità clinica e quindi complessità organizzativa” risponde Zecca, guardando a chi si sta rendendo conto “per la prima volta”, tramite il fenomeno delle cooperative, dell’esistenza di “questi medici”, di “questi operatori un po’ invisibili che sono gli operatori dei pronto soccorso” e così “di quanto delicato e fondamentale sia questo pilastro”.
Siamo di fronte a due modelli diversi di medicina. Una che si basa sulla “relazione di cura, elemento che caratterizza il servizio pubblico”, l’altra, con le cooperative nei pronto soccorso, “una medicina prestazionale svincolata da qualsiasi contesto di presa in cura e di relazione di cura per il paziente”.