Trovato l’accordo sul ticket elettronico. Molisse (segretario Fp Cgil): “La lotta paga e in Prefettura l’Amministrazione comunale sia sul diritto al pasto sia su tutte le altre questioni da affrontare ha preso impegni per cui vogliamo risposte concrete. Per arrivare a una controtendenza nell’ente che porti ad avere nel tempo più personale, migliori condizioni di lavoro, una migliore incentivazione a livello economico, e servizi più efficaci ed efficienti per le cittadine e i cittadini”
20 lug. 2023 – Lo stato di agitazione delle lavoratrici e lavoratori del Comune di Milano, indetto dopo la partecipata assemblea di mercoledì 12 luglio (la sala Di Vittorio alla Camera del Lavoro metropolitana ha accolto oltre 600 lavoratrici e lavoratori), è stato sospeso dai sindacati, visto che ieri in Prefettura, nel corso del tentativo di conciliazione, si è trovata la quadra sul ticket elettronico e l’Amministrazione comunale ha dato formale disponibilità ad aprire tavoli sugli altri punti rivendicati da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa territoriali e dalla Rsu.
“Lo stato di agitazione era stato proclamato sul diritto al pasto, il piano straordinario per le assunzioni, il fondo per i dipendenti, i progetti, il contratto decentrato integrativo, le progressioni orizzontali e verticali, il benessere lavorativo, la salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”, riepiloga Giovanni Molisse, segretario della Fp Cgil Milano.
Partiamo dalla vertenza pasti. “L’Amministrazione si è impegnata a mettere le risorse economiche, dopo un anno dall’avvio del nuovo appalto, affinché il personale dipendente abbia un ticket elettronico, sempre del valore di 7 euro ma cumulabile, cioè spendibile anche nei supermercati. Ne siamo soddisfatti, la lotta ha pagato e il mandato dell’assemblea delle lavoratrici e lavoratori è stato rispettato”, risponde il sindacalista.
Veniamo alle altre questioni. “La nostra richiesta di poter aprire un confronto per una calendarizzazione sui diversi argomenti da affrontare, in primis le politiche occupazionali e per dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori, è stata accolta. Siamo preoccupati per le carenze di organico: un po’ in tutti i settori ci sono problemi”.
Quanto pesano le carenze di organico? “In 5 anni il personale è calato del 7% circa e cioè circa 1200 dipendenti, sui 14.500 che eravamo. Questo impatta sulle condizioni di lavoro ma anche sull’erogazione dei diritti di cittadinanza”.
Ad esempio? “I servizi educativi e la Polizia locale sono in sofferenza ma lo sono anche altri ambiti. Penso ai circa 8mila addetti dei servizi amministrativi e tecnici, dei servizi alla persona, dall’anagrafe agli assistenti sociali, eccetera. L’elenco è lungo. Le lavoratrici e i lavoratori sono sempre più stanchi, avendo carichi di lavoro più pesanti in ragione delle carenze di personale.
Abbiamo indetto lo stato di agitazione nei musei e nei centri diurni disabili – aggiunge Molisse -. Hanno tolto il servizio notturno dal Museo del Risorgimento e ora c’è solo la videosorveglianza, a fronte di opere che valgono milioni di euro! Insomma, in alcuni settori non si riesce più a erogare un servizio di qualità e aumentano ritardi e arretrati. Noi, quindi, vogliamo creare una controtendenza affinché le lavoratrici e i lavoratori siano messi in condizione di fornire a cittadine e cittadini servizi adeguati a una città metropolitana”.
Quindi? “Un piano straordinario di assunzioni è indispensabile per incrementare il numero di dipendenti comunali. Ci sono code assunzionali per quasi 450 assunzioni che risalgono ad accordi firmati anche tre-quattro anni fa. Bisogna accelerare con i concorsi che non sono ancora stati banditi per dare risposte vere ai piani occupazionali sottoscritti. Vorremmo che il turnover non fosse a saldo zero, con i pensionamenti e le uscite delle lavoratrici e dei lavoratori verso altri enti o perché si spostano da Milano, città diventata troppo cara. E qui arriviamo a un altro punto”, ventila Molisse.
Quale? “Il Comune di Milano dovrebbe provare ad agire leve per il riconoscimento economico dei propri dipendenti. Ad esempio, le ultime progressioni orizzontali risalgono al 2017. Per quanto riguarda il passaggio a una categoria superiore, dobbiamo aprire un tavolo nel più breve tempo possibile per ottemperare alle progressioni verticali in deroga previste dal contratto nazionale per l’area educazione. I temi sono tanti e in Prefettura l’Amministrazione ha preso degli impegni per i quali ora deve essere conseguente. Lo stato di agitazione è sospeso, e noi vigileremo sull’attuazione di quanto concordato in quella sede. Vogliamo arrivare – afferma concludendo Molisse – a una controtendenza nell’ente che porti ad avere nel tempo più personale, migliori condizioni di lavoro, una migliore incentivazione a livello economico, e servizi più efficaci ed efficienti per le cittadine e i cittadini”.