Intervista a Lello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia
2 nov. 2023 – “Siamo contrari alle misure previste per la sanità pubblica nella Legge di Bilancio 2024. Questa manovra economica è un grande bluff, uno schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori”. Così Lello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia, commentando il testo bollinato del Governo.
Perché? “Su quattro capitoli in particolare, cioè arretrati e rinnovo contrattuale, aumento della tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive, pensioni, abbattimento del tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie dal privato, non ci siamo. Tante sono le ragioni per cui come Funzione Pubblica, nell’ambito degli scioperi indetti dalla Cgil con la Uil, sciopereremo il 17 novembre per l’intera giornata o turno di lavoro, e il tema della sanità è uno dei principali”, risponde Tramparulo.
Partiamo dal primo. “Il Decreto-Legge 145/2023 prevede che il prossimo dicembre alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità pubblica sarà riconosciuta una ‘una tantum’ sul futuro rinnovo del contratto nazionale. Peccato che dal 1° gennaio 2024 in busta paga sarà tolto l’1,5% di quella attuale, che non verrà confermata. Inoltre nella Legge di Bilancio non sono state appostate risorse per rinnovare un contratto nazionale di lavoro dignitoso, né si prevedono risorse sui fondi del salario accessorio (differenziali economici di professionalità, incarico di base, sistema indennitario)”.
Per quanto riguarda l’incremento della tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive? “Il Governo pensa in questo modo di fare fronte sia alle carenze di personale sanitario sia all’abbattimento delle liste di attesa? E magari di frenare i processi di esternalizzazione? Non era questa la risposta concreta che le lavoratrici e i lavoratori del Servizio sanitario nazionale si aspettavano. Dopo anni di tagli, dopo la lotta durissima contro il Covid-19, dopo gli applausi alle finestre, si aspettano e rivendicano migliori condizioni di lavoro anche attraverso l’indispensabile assunzione di nuovo personale. Invece non si assume ma si chiede a chi è in servizio di lavorare di più. È intollerabile! Quando recupereranno le ferie arretrate e le ore accantonate? E ancora, avere il giusto riposo, per il personale sanitario, non è solo un diritto e una condizione di migliore garanzia per la salute e sicurezza personale ma è anche una condizione imprescindibile di sicurezza per chi accede ai servizi di cura!”.
Rispetto alle pensioni? “Il Governo ha rivisto le aliquote di rendimento previdenziale per i dipendenti della sanità pubblica a partire dal 1.1.2024. Per esempio, chi ha 35 anni di contributi e 67 anni di età, con una retribuzione annua lorda di 30mila euro avrà un taglio di 4.432 euro. Come è stato previsto anche per altri lavoratori e lavoratrici delle Pa, vedi gli enti locali, si torna ancora a colpire il lavoro pubblico, per quanto concerne il nostro ambito, da quale discendono diritti di cittadinanza – evidenzia Tramparulo -. Più in generale, questo Governo è riuscito persino a peggiorare la legge Monti-Fornero, allungando il traguardo pensionistico e facendo cassa sulle spalle di chi, come dice Maurizio Landini, per vivere deve lavorare. Una vergogna! Lo ribadiremo in piazza!”.
Invece sul tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie dal privato? “È un tetto che diventa sempre più grande: viene incrementato dell’1% nel 2024, del 3% nel 2025, del 4% nel 2026. In sostanza il privato continua ad allargarsi e la sanità pubblica alza bandiera bianca. Ma noi cercheremo di invertire la rotta, sarà difficile ma sappiamo che la strada giusta è quella del rafforzamento della sanità pubblica, non il contrario”.
Per alcuni territori c’è anche il tema dell’indennità di confine. “Sì, in Lombardia abbiamo il tema delle indennità per le aree confinanti con la Svizzera. Un premio doppiamente discriminante perché da un lato andrebbe soltanto a personale medico e infermieristico, escludendo le altre professionalità sanitarie, dall’altro creerebbe inaccettabili disuguaglianze tra territori”.
Il 17 novembre allora è sciopero. “A questo punto è inevitabile. Peraltro come Fp Cgil abbiamo alla sua base rivendicazioni di lunga durata: il piano straordinario di assunzioni, il rinnovo del ccnl adeguando i tabellari all’inflazione reale. Chiediamo anche lo sblocco dei fondi del salario accessorio e il recupero vero, ripeto, delle ferie e delle ore di lavoro in più cumulate”.