26 Dec 2024
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Inps / Attacco alla contrattazione e ai diritti

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Ieri, on line, l’assemblea delle delegate e dei delegati Inps della Fp Cgil Lombardia. La coordinatrice regionale Trevisani: “Il Governo entra a gamba tesa nella contrattazione. E la legge di bilancio ricade su ciascuno di noi, non solo come lavoratrici e lavoratori ma anche come cittadini del Paese. Il 17 novembre scioperiamo”. Il coordinatore nazionale Giuseppe Lombardo sulla manovra economica: “Tagli punitivi, è chiara la natura dei provvedimenti di fronte alla strutturale debolezza dell’ente”

14 nov. 2023 – L’assemblea delle delegate e delegati dell’Inps, organizzata martedì 14 novembre dalla Fp Cgil Lombardia, con il segretario Dino Pusceddu, la coordinatrice regionale Antonella Trevisani e il coordinatore nazionale Giuseppe Lombardo, ha esemplificato uno spaccato delle criticità che vivono le pubbliche amministrazioni.

Tra carenze di personale e richieste di pratiche da espletare che aumentano, l’ente commissariato e sotto continue riorganizzazioni che disorganizzano, dispersione delle competenze, condizioni di lavoro sempre più stressanti e ansiogene, le operatrici e gli operatori si sentono sotto pressione e non riconosciuti nel loro ruolo. E sale il malcontento, oltre agli abbandoni o alla mobilità verso altre regioni già ai primi passi nell’istituto che inficiano l’obiettivo di rafforzare l’ente con nuove assunzioni. Prosegue, dunque, il tema delle rinunce dei vincitori del concorso che non consente di colmare la cronica carenza degli organici nelle sedi territoriali dell’istituto.

Nello sciopero del 17 novembre rientra anche l’Inps. Come ricorda Trevisani, “le questioni della finanziaria ricadono su ciascuno di noi, non solo come lavoratrici e lavoratori ma anche come cittadini del Paese. Con il carovita, il potere d’acquisto si riduce e pesanti sono le ricadute sui servizi”. Tra le questioni che la coordinatrice cita c’è il progressivo impoverimento della sanità pubblica, l’attacco alle pensioni, con l’aggravamento della legge Fornero. “Questo Governo non ha una visione di prospettiva per il Paese, non potenzia i servizi pubblici, pilastro per la tenuta dello stato sociale, come ha mostrato ad esempio la fase dell’emergenza Covid”.

Ai problemi più generali si affiancano anche quelli specifici dell’istituto, vedi il blocco del contratto integrativo “per rilievi degli organi vigilanti. C’è una chiara manifestazione del Governo a entrare a gamba tesa nella contrattazione e ridurla ancora di più da quanto fece il Ministro Brunetta”, segnala Trevisani. Un esempio? “I nostri progetti locali che si vuole sottrarre alla contrattazione, c’è un forte attacco al mondo del lavoro”. Ed è un attacco che tocca diritti e interessi concreti, come le progressioni orizzontali e verticali. “L’Amministrazione non ha una visione ampia, a lungo termine, e i tentativi dei Ministeri di vigilanza di irrigidire la contrattazione di ente con ricadute sulla carriera e la valorizzazione delle professionalità”.

Tra le difficoltà che ci sono in Lombardia, c’è appunto quella della “gestione del nuovo personale, le continue rinunce al posto che avvengono nel territorio, il tenere in equilibrio le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, a cui l’Amministrazione è poco attenta, con le esigenze funzionali delle strutture. E questo nonostante gli ultimi dati di produzione abbiamo confermato il livello elevato dei servizi, le cui forze però, senza provvedimenti opportuni, andranno a estinguersi”. Da qui, tra gli impegni che Trevisani si assume da coordinatrice Fp Cgil, quello di chiedere all’istituto regionale il monitoraggio, ad esempio, “di quante posizioni organizzative si sono spostate nell’arco di due anni e mezzo. Continuare a cambiare responsabile impatta sull’organizzazione delle sedi e la tranquillità dei dipendenti. Il personale, che opera in condizioni critiche con carichi di lavoro che continuano ad aumentare per la riduzione di dipendenti, insieme alla pressione sui ritmi di lavoro, si sente poco tutelato dall’amministrazione”.

L’invito della sindacalista a partecipare allo sciopero, a “trasmettere a colleghe e colleghi che noi ci siamo, a supporto delle lavoratrici e i lavoratori, a difesa dei servizi pubblici. Non va ripetuto l’errore fatto nel 2009 con Brunetta, dove siamo rimasti da soli a combattere una riforma che ha distrutto il lavoro pubblico ed è stato compreso soltanto dopo anni”.

Il neo coordinatore nazionale Lombardo ha fotografato il “quadro difficile” dell’ente, che ha presentato il piano fabbisogni al 2023 mancando una visione a lungo termine e con un corrispondente modello organizzativo. “Con normali relazioni sindacali non avremmo questo primo problema”, evidenzia. Insieme al fatto che il commissariamento sta portando a continue ingerenze politiche.

Delle maglie lasche in cui versa l’Inps testimonia la gestione del lavoro agile, legata com’è “all’attuale management e non è detto che questo indirizzo, al momento in controtendenza rispetto ad altre Pa, resterà così con la futura governance”. Inoltre la sua “applicazione non è uniforme, il contesto territoriale è impattante”, rimarca Lombardo. E laddove l’amministrazione ipotizza l’obbligo a una giornata di lavoro in smart “si va in deroga al contratto nazionale, che prevede l’adesione volontaria al lavoro agile”. Allora, ancora una volta, “il tema è la contrattazione stessa. Se facciamo tutte le deroghe, cosa stiamo a siglare il contratto nazionale?”.

Anche il contratto integrativo nazionale fa i conti con la spending review e “i tagli sul fondo”. E se lo “spostamento dell’indennità di ente non ha ancoraggio, la perdita dell’indennità di vacanza contrattuale legata alla legge di bilancio potrà far perdere ai dipendenti dell’Inps circa 700-800 euro”. Sono “tagli punitivi, è chiara la natura dei provvedimenti di fronte alla strutturale debolezza dell’ente. La congiuntura è pericolosa e allora ha ancora più senso la mobilitazione del 17 novembre. Il nostro risultato vuole il benessere per tutti”.