5 May 2024
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Medicina territoriale / Regione Lombardia cambia, a scavalco d’anno, il portale per l’assistenza domiciliare

ambulatorio medici di medicina generale

La denuncia dalla Fp Cgil Bergamo con la coordinatrice provinciale Medici di medicina generale Paola Nardis. “Ennesimo atto unilaterale di Regione Lombardia”. Il coordinatore Fp Cgil Lombardia Mmg Giorgio Barbieri: “Chi comanda in Lombardia si pone a servizio dell’imprenditoria sanitaria privata”

16 gen. 2024 – “Regione Lombardia cambia portale a scavalco d’anno e, ancora una volta, non coinvolge le organizzazioni sindacali. Come medici di medicina generale siamo stati informati solo lo scorso 27 dicembre che dal 1° gennaio 2024 sarebbe stato dismesso il sistema informatico usato da noi medici di base per attivare l’assistenza domiciliare integrata, l’assistenza domiciliare programmata, le cure palliative e alcune prestazioni sul territorio per le persone fragili, per farne partire al suo posto un altro, che però non sta funzionando, almeno non per tutti, e non si sa quando funzionerà pienamente”. Paola Nardis, coordinatrice provinciale Medici di medicina generale della Fp Cgil Bergamo, critica il metodo e le oggettive difficoltà in cui Regione mette, ancora una volta, da un lato medici di famiglia in sottonumero e in affanno, dall’altro l’utenza e peraltro quella più bisognosa.

Con il portale a singhiozzo, come state procedendo? “Nella mail di fine dicembre era presente tutta una serie di modulistica che noi, per attivare i servizi necessari sul territorio per le categorie fragili, per le persone invalide, dobbiamo stampare, compilare, reinviare insieme a una impegnativa debitamente scannerizzata. Una procedura che, di media, ci porta via dalla mezzora ai quaranta minuti – risponde la medica sindacalista -. Tutto questo va fatto anche per chiedere, ad esempio, un prelievo a domicilio o la gestione dei cateteri vescicali di un paziente invalido o che non può camminare. Più tempo speso sulle carte significa allungare i tempi per farsi carico di tutti i pazienti”.

È paradossale. “Una sua logica ce l’ha, visto che la decisione è stata presa in modo unilaterale da Regione e, pare, neanche le Asst sono state coinvolte, oltre che i sindacati – commenta Nardis -. La medicina territoriale è sempre più allo sbando, lasciata a sé stessa a cavarsela dietro a montagne di burocrazia, a scapito dell’attività clinica verso i pazienti. Sostituire un portale e saperlo a cambio d’anno, sotto il picco influenzale, senza aver fatto il passaggio dei dati tra i due sistemi, allungando ulteriormente i tempi operativi di noi medici e lasciando scoperte persone fragili è francamente indecente, oltre che frustrante”.

Giorgio Barbieri, coordinatore Fp Cgil Lombardia Medici di Medicina Generale, dichiara: “La questione è palesemente di ordine politico-economico. Ancora una volta, chi comanda in Lombardia si pone a servizio dell’imprenditoria sanitaria privata, insistendo sulla strada del progressivo logoramento dei medici di medicina generale. Brandendo ogni strumento atto a snervarci, con la complicità di chi quotidianamente ci aggredisce denigrando il nostro lavoro – incalza -, Regione insiste nel rendere sempre meno tollerabili le condizioni in cui ci costringe a operare. È chiaro il disegno di sgretolare l’assistenza sanitaria territoriale, per poi consegnarne le spoglie agli appetiti dei privati. I medici della Fp Cgil non ci stanno e continueranno a denunciare e contrastare questa perversa strategia”.