Lazzaroni (Fp Cgil Brescia): “Il tema che abbiamo sollevato della cura delle operatrici e degli operatori che curano chiama in causa tutti gli attori sociali e politici del territorio, dal comune all’Asst: tutti sono coinvolti nel farsi carico della responsabilità collettiva della salute pubblica”
23 feb. 2024 – “Lavoriamo in sanità e vogliamo dignità”, scandiscono in coro le lavoratrici e i lavoratori della Fondazione Richiedei del polo di Palazzolo sull’Oglio.
Davanti ai cancelli della struttura, i sindacati bresciani hanno organizzato un presidio per sensibilizzare la cittadinanza e ribadire rivendicazioni già presentate in Prefettura mercoledì 21 febbraio, nel tentativo di conciliazione che ha portato a fissare la data del prossimo 20 marzo come termine ultimo affinché la Fondazione prenda misure concrete in materia di organici, eroghi un giusto riconoscimento del lavoro di cura e incentivi economici per favorire la permanenza del personale, in tempi in cui è difficile trovarne. E, ancora, venga dato il tempo pieno a chi è disponibile, siano pagati gli straordinari, si organizzino condizioni di lavoro rispettose delle lavoratrici e dei lavoratori.
“La pioggia non ha fermato questa mattina la protesta di lavoratrici e lavoratori del presidio sanitario Richiedei che denunciano una cronica e ormai insostenibile carenza di organico. L’alto tasso di turn-over del personale in entrata e uscita si traduce, per chi resta, in turni di lavoro estenuanti, salto dei turni di riposo, ricorso al lavoro straordinario non sempre retribuito. Tutto ciò ha determinato nel tempo la fuga di personale, sostituito con infermieri e fisioterapisti liberi professionisti che stanno determinando un pesante impatto economico sul costo del personale”, racconta Nadia Lazzaroni, segretaria Fp Cgil Brescia con delega alla sanità.
Lo stato di agitazione, quindi, prosegue? “Almeno fino al 20 marzo, data entro la quale la presidenza della Fondazione a cui fa capo la struttura palazzolese con i servizi di radiologia, laboratorio analisi con punto prelievi, prestazioni riabilitative ambulatoriali, assistenza domiciliare integrata, riabilitazione generale, geriatrica e alcologica, si è impegnata a intervenire sui problemi sollevati da lavoratrici e lavoratori tramite le organizzazioni sindacali – risponde Lazzaroni -. La situazione è tale da compromettere la possibilità di garantire agli utenti le risposte e i servizi di cui hanno diritto e mina la salvaguardia del territorio a cui fino ad oggi ha contribuito il Richiedei. Il tema che abbiamo sollevato della cura delle operatrici e degli operatori che curano – aggiunge la sindacalista – chiama in causa tutti gli attori sociali e politici del territorio, dal comune all’Asst: tutti sono coinvolti nel farsi carico della responsabilità collettiva della salute pubblica”.