27 Nov 2024
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Uepe Milano / Prosegue lo stato di agitazione unitario

Bottiroli (Fp Cgil): “Manca personale, i carichi di lavoro sono spropositati. In 39 lavoratrici e lavoratori a fare fronte a 7000 persone in esecuzione penale esterna”

18 mar. 2024 – Una ventina di giorni fa è stato indetto lo stato di agitazione e, fallito il tentativo di conciliazione, i sindacati lo fanno proseguire mentre pensano a prossime iniziative di lotta.

Le lavoratrici e i lavoratori dell’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe) di Milano sono da mesi in condizioni di sofferenza, visti i carichi di lavoro spropositatispiega Cesare Bottiroli, segretario della Fp Cgil metropolitana -. Sono in tutto 39 e dovrebbero essere 77, quindi la metà, a gestire ‘7000 fascicoli’ che – precisa il sindacalista – rispondono a 7000 persone che hanno problemi con la giustizia: alcune in pena esterna, altre in affidamento, altre ancora in messa alla prova. Tutte rappresentano un’utenza delicata e non possono essere gestite come numeri e questo è un primo elemento che va evidenziato”.

Il fronte sindacale è ampio, e va dalle categorie confederali ai sindacati autonomi. “La situazione che sta vivendo il personale è da brividi, sono così in pochi che in caso di assenza anche di una sola figura non è possibile, ad esempio, procedere a una scarcerazione – racconta Bottiroli -. Inoltre la sede di via Numa Pompilio, vicina al carcere di San Vittore, è sotto sfratto e in ragione di questo il proprietario, l’Inps, non fa i necessari interventi di manutenzione. Così i locali sono freddi d’inverno e caldi d’estate, insalubri sempre. I bagni funzionano male e anche la rete internet va a singhiozzi. Non ci sono stanze dedicate per i colloqui e le barriere architettoniche impediscono quelli con le persone con disabilità, che vengono incontrate nel parchetto accanto… Mentre ancora una nuova sede non viene individuata”.

Come vi muoverete ora? “Chiederemo un nuovo incontro all’Amministrazione, queste condizioni non sono più tollerabili. Peraltro abbiamo saputo di un nuovo ordine di servizio che aggiunge altre incombenze a quelle già ora troppo gravose. Ma stiamo scherzando? Qui abbiamo a che fare con persone, da un lato e dall’altro del servizio e non si può andare avanti così – attacca Bottiroli -. E già anticipiamo: diremo no all’ipotesi di una riorganizzazione per specializzazioni, significherebbe causare ulteriori stalli affidando a ogni professionalità una specializzazione (dalle misure alternative alle scarcerazioni) e così un ulteriore insostenibile carico. Lo ribadiamo: va assunto nuovo personale e, semmai, va ricercato un benessere organizzativo funzionale a tutte e tutti”.