Tramparulo (Fp Cgil Lombardia): “Siamo riusciti a confermare e migliorare l’accordo regionale del 2023 ma l’accordo sulle Rar, pur importante, non basta. Le criticità delle condizioni di lavoro restano tutte e noi rivendichiamo un netto cambio di passo”
2 lug. 2024 – Siglata oggi la preintesa tra Regione Lombardia e sindacati sulle risorse aggiuntive regionali per le lavoratrici e lavoratori del comparto della Sanità Pubblica. Cioè il personale dipendente delle agenzie di tutela della salute (Ats), delle aziende socio sanitarie territoriali (Asst), degli istituti di ricerca e cura a carattere scientifico (Irccs), dell’istituto zooprofilattico sperimentale (Izs), delle aziende di servizi alla persona (Asp), dell’agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa), dell’agenzia regionale di emergenza urgenza (Areu), dell’agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo (Acss).
“Intanto, abbiamo rifiutato qualsiasi modifica dell’accordo sulle Rar del 2023 – premette Lello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia -. E, nonostante un lieve incremento di lavoratrici e lavoratori, circa 1350 in più rispetto al 2023, siamo riusciti a confermare e migliorare l’accordo regionale dell’anno precedente, con un budget di 84.520.800 euro, oneri riflessi inclusi, da suddividere per gli 85.863 dipendenti registrati al 31 dicembre scorso. Inoltre – aggiunge il sindacalista – abbiamo chiesto di sapere dove sono collocate queste 1350 persone in più, con quali profili professionali. E abbiamo messo un forte richiamo al monitoraggio regionale rispetto agli accordi aziendali”.
Quali sono le quote pro capite 2024?
“800 euro al personale Area professionisti della salute e funzionari (categorie D/Ds); 745 euro agli assistenti (categoria C); 656 euro a operatrici, operatori e personale di supporto (categorie A, B, Bs). L’acconto sarà versato a ottobre 2024, il saldo a maggio 2025 – risponde Tramparulo -. Anche per quest’anno vengono riconfermati altri due riconoscimenti economici: 227 euro per chi lavora su turni nelle 24 ore (tra cui personale infermieristico, incluso quello pediatrico; ostetriche; operatrici e operatori della riabilitazione; personale tecnico sanitario e della prevenzione) e 100 euro per le restanti lavoratrici e lavoratori”.
Altri benefici?
“Più che benefici, direi che ci sono delle pecche. Nel 2023 Regione Lombardia aveva parlato di introdurre un welfare aziendale finanziato con risorse regionali ma questa parte qui è, invece, praticamente sparita – segnala Tramparulo -. Inoltre noi abbiamo chiesto e continueremo a chiedere quegli strumenti che servono a migliorare le condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori, in oggettiva difficoltà. In particolare, infatti, le forti criticità nell’organizzazione del lavoro di chi lavora negli ospedali della Lombardia restano tutte”.
Quindi?
“Certo, l’accordo sulle Rar è importante ma non basta, c’è ancora tanto da fare per dare respiro al personale della sanità pubblica a cui invece, sia a livello nazionale che regionale, viene chiesto di lavorare ancora di più se si vuole guadagnare di più. Per noi la strada delle prestazioni aggiuntive non è quella giusta da percorrere, perché va a scapito della salute e del tempo di vita privato delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno peraltro numeri ingenti di ferie che non riescono a smaltire. Ricordo – prosegue il segretario della Fp Cgil Lombardia – che il personale è in fuga dagli ospedali pubblici e questo è un dato allarmante sia per i carichi di lavoro di chi resta sia per la tenuta dei servizi a garanzia del diritto alla salute della popolazione. Dobbiamo far tornare attrattivo lavorare per la sanità pubblica. Qui gioca la sua parte anche il rinnovo del contratto nazionale che è attualmente in una fase di ristagno perché mancano gli stanziamenti adeguati per arrivare a un accordo dignitoso – considera Tramparulo -. Insomma, per quanto ci riguarda, come Fp Cgil, vogliamo di più e continueremo a rivendicare maggiori risorse economiche e migliori condizioni organizzative e una crescente valorizzazione professionale per chi lavora nella sanità pubblica. Se lo meritano, queste donne e questi uomini, e dobbiamo invertire la rotta della rassegnazione e della frustrazione per fare tornare in azione tutto l’orgoglio, l’energia e la motivazione per il loro basilare e prezioso lavoro”.
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