24 Nov 2024
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Fondo Perseo Sirio, la previdenza complementare dei comparti pubblici

Pusceddu (Fp Cgil Lombardia): “Soprattutto nella Pubblica Amministrazione, dove l’età media di accesso all’impiego si sta alzando e il fenomeno del precariato sta rendendo i versamenti previdenziali dei più giovani sempre più discontinui, è necessario sfruttare questa importante leva per garantirsi una vecchiaia dignitosa”.

10 sett. 2024 – Come funziona la previdenza complementare per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti pubblici?

Ne parliamo con Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia, con delega alla previdenza e ai fondi complementari.

“Intanto, avere oggi, una volta in pensione, una rendita integrativa oltre a quella obbligatoria è fondamentale viste le previsioni sui futuri importi degli assegni pensionistici anche a causa del precariato. Ma i vantaggi, per i dipendenti pubblici, di aderire al Fondo Perseo Sirio, sono anche rispetto alle difficoltà che la vita ti mette di fronte, per cui poter chiedere un anticipo di quanto versato (cosa che oggi non avviene per la liquidazione) può tornare utile e rappresentare un valido supporto”, dice in avvio il sindacalista.

Come si aderisce a Perseo Sirio?

“Va premesso che, per quanto riguarda la nostra categoria, possono aderirvi su base volontaria le lavoratrici e i lavoratori, dirigenza inclusa, dei Ministeri, delle Funzioni Locali (inclusi i segretari comunali e provinciali), della Sanità pubblica, degli Enti pubblici non economici, dell’Enac (Ente nazionale per l’Aviazione civile) e delle Agenzie Fiscali, a tempo indeterminato (anche part-time), determinato e flessibile con almeno tre mesi continuativi – risponde Pusceddu -. Chi assunto a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2019 in poi ha sei mesi di tempo per esprimere l’adesione o il diniego al fondo, trascorsi i quali, in caso di mancata scelta, verrà iscritto in automatico, avendo però a disposizione ulteriori 30 giorni per recedere dall’adesione. Il nostro obiettivo, che portiamo avanti giorno per giorno con campagne informative e con il supporto della categoria, è che ci sia sempre una scelta consapevole e che questa valutazione avvenga prima dei sei mesi. Operativamente – aggiunge – per iscriversi va compilato e consegnato al proprio ente un apposito modulo in 4 copie. Sarà poi l’amministrazione a inviare la domanda al Fondo, dandone una copia all’aderente. La lavoratrice e il lavoratore dovranno assicurarsi dell’effettiva trasmissione della domanda e avere cura di conservarne una copia completa e firmata”.

Quanto si versa?

“Bisogna distinguere tra assunti entro il 31 dicembre 2000 in regime di Trattamento di fine servizio (Tfs) e assunti dal 1° gennaio 2001 in regime di Trattamento di fine rapporto (Tfr). Per chi è in regime di Tfs si versa: l’1% minimo della retribuzione utile ai fini del Tfr a carico del lavoratore (modificabile di anno in anno); l’1% fisso della retribuzione utile ai fini del Tfr a carico  del datore di lavoro; il 2% della retribuzione utile al Tfr (il resto della futura liquidazione, ovvero il 4,91% sarà erogato cessato il rapporto di lavoro, insieme a quanto accantonato); l’1,20% della retribuzione utile al Tfr come incentivo a carico dello Stato (escluse le Camere di Commercio) – spiega Pusceddu -. Per chi è in regime di Tfr si versa l’1% minimo della retribuzione utile ai fini del Tfr a carico del lavoratore (modificabile di anno in anno); l’1% fisso della retribuzione utile ai fini del Tfr a carico del datore di lavoro; il 6,91% della retribuzione utile al Tfr”.

Quali sono i vantaggi fiscali?

“Si possono dedurre dal reddito imponibile Irpef i contributi versati al Fondo da parte della lavoratrice o del lavoratore, per un massimo di 5.164,57 euro (compreso il contributo del datore di lavoro). Ancora, i rendimenti della gestione finanziaria (esclusi i titoli di Stato, con aliquota del 12,50%) sono tassati con un’aliquota del 20% contro il 26% applicato su tutti gli altri strumenti finanziari. Mentre rendite, prestazioni in forma di capitale, riscatti per decesso o nel caso di cessato rapporto per cause indipendenti dalla volontà delle parti e gli anticipi per spese sanitarie sono tassati al 15%. La percentuale viene ridotta di un ulteriore 0,30% per ogni anno che supera i 15 di partecipazione al Fondo, per un massimo del 6% (pari a una tassazione complessiva del 9%). Gli anticipi per acquisto o ristrutturazione della prima casa e le spese sostenute durante i congedi per formazione sono tassati al 23%”.

E quali sono i costi da sostenere?

“Non ci sono né per l’adesione né per l’esercizio di prerogative individuali. Mentre sono previsti in forma diretta e indiretta durante la fase di accumulo. Nel primo caso, a carico dell’aderente ci sono 11 euro. Nel secondo caso, dipende dal tipo di comparto scelto”.

Cioè?

“Ci sono diversi profili di investimento, in base alla propria età anagrafica, agli anni di versamento contributivo residui e agli obiettivi previdenziali. E così, ad esempio, in caso di adesione al comparto Garantito si versa lo 0,32% del patrimonio su base annua, in caso di adesione a quello Obbligazionario lo 0,14%, mentre per il comparto Azionario lo 0,20%. Poi, per tutti i comparti c’è uno 0,03% per spese amministrative da gestione finanziaria. Sul sito del Fondo Perseo Sirio e sui relativi social sono ben esemplificati tutti i vari casi”.

Come funzionano gli anticipi?

“Prima di farne domanda servono 8 anni di accumulo, trascorsi i quali è possibile chiedere un riscatto parziale o totale, nel limite di quanto versato dal dipendente e dal datore di lavoro, nei seguenti casi: acquisto o ristrutturazione della prima casa per sé o i figli; spese sanitarie per terapie e interventi straordinari; spese per congedi per la formazione, anche continua. In caso di cessazione del rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione, l’associato può richiedere il riscatto integrale della posizione individuale o, dopo almeno 3 anni di permanenza nel Fondo, di trasferirla a un’altra forma di previdenza complementare. La quota di Tfr verrà erogata solo venuta meno l’iscrizione all’Inps Gestione Dipendenti Pubblici”.

Quali sono, invece, le prestazioni dopo il pensionamento?

“È possibile chiedere la pensione complementare di vecchiaia se si è iscritti al Fondo da almeno 5 anni e compiuta l’età pensionabile stabilita nel regime obbligatorio di appartenenza, mentre per la pensione complementare di anzianità i requisiti sono: la cessata attività, 5 anni di iscrizione al Fondo (questo fino al 2026, poi salgono ad almeno 15 anni), un’età inferiore di non oltre 10 anni a quella stabilita nel regime obbligatorio di appartenenza per la pensione di vecchiaia. Entrambe le prestazioni – prosegue Pusceddu – possono essere subito erogate sotto forma di capitale per un massimo del 50% del montante totale e per il restante 50% in rendita vitalizia mensile, calcolata in base al capitale accumulato e all’età. Se, convertendo il 50% della posizione individuale, si ottiene una rendita annua di importo inferiore al 50% dell’assegno sociale, è possibile ricevere interamente la prestazione in un’unica soluzione in forma di capitale, quindi tutto quanto si è versato e i relativi rendimenti”.

La rendita è possibile anche prima del pensionamento?

“Sì, interrotto il rapporto di lavoro e con almeno 20 anni di contributi per la pensione obbligatoria, chi è iscritto al Fondo complementare da almeno 5 anni può chiedere la cosiddetta Rita, la Rendita integrativa temporanea anticipata, tutta o in parte, con massimo 5 anni di anticipo rispetto alla maturazione dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia. Con questi requisiti, è possibile richiederla anche se inoccupati per più di 24 mesi e maturando l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza entro i 10 anni seguenti. La Rita è erogata in rate trimestrali sul montante accumulato richiesto e dura, accettata la richiesta, fino all’età anagrafica raggiunta per la pensione di vecchiaia”.

In sostanza, questo Fondo dai richiami astrali è molto concreto?

“Il Fondo Perseo Sirio è una solida realtà nel panorama previdenziale contrattuale e ha ormai raggiunto i 190.000 iscritti in Italia di cui più di 34.000 in Lombardia, segno che la diffidenza che ha accompagnato le prime fasi dall’istituzione del Fondo è stata superata. Soprattutto nella Pubblica Amministrazione, dove l’età media di accesso all’impiego si sta alzando e il fenomeno del precariato sta rendendo i versamenti previdenziali dei più giovani sempre più discontinui, è necessario sfruttare questa importante leva per garantirsi una vecchiaia dignitosa. Il nostro compito è informare dell’esistenza e dei meccanismi di funzionamento di questo importante strumento conquistato con la contrattazione e mettere le lavoratrici e i lavoratori nelle condizioni di fare una scelta consapevole”, chiude Pusceddu.

>> Scarica il volantino informativo della Fp Cgil Lombardia

>> Qui il sito del Fondo Perseo Sirio