“Esclusi dalla piattaforma SIISL, i Centri per l’Impiego rischiano il collasso. Senza strumenti adeguati, saranno travolti dalle richieste, lasciando soli i cittadini più fragili”, avverte Antonio Lenzi, coordinatore Cpi per Fp Cgil Lombardia
20 dic. 2024 – Dal 18 dicembre la piattaforma SIISL è stata aperta a cittadini e imprese, estendendo l’accesso a un sistema che, finora, era riservato ai percettori dell’assegno di inclusione e del supporto per la formazione e il lavoro. Sulla carta, una promessa di inclusione digitale. Nei fatti, un paradosso che lascia fuori i Centri per l’Impiego (Cpi), proprio coloro che dovrebbero supportare i cittadini nel loro cammino lavorativo. Un cortocircuito amministrativo che rende ancor più critica la situazione di un settore già in affanno.
La Fp Cgil denuncia una situazione assurda che rischia di intasare i servizi e di escludere le persone più fragili.
Antonio Lenzi, coordinatore Cpi per Fp Cgil Lombardia, esprime forti preoccupazioni per il futuro delle politiche attive del lavoro, lavoratrici e lavoratori inclusi.
“È un cortocircuito assurdo. Dal 18 dicembre, mentre cittadini e imprese possono accedere alla piattaforma, noi operatori dei Cpi non abbiamo ancora il permesso di farlo. Questo significa che, di fronte a richieste di assistenza sempre più numerose, non potremo dare risposte. Se già prima la gestione era complicata, ora rischiamo di essere travolti da un’ondata di utenti disorientati. SIISL è una piattaforma complessa e scarsamente accessibile, e noi siamo tagliati fuori da uno strumento indispensabile per svolgere il nostro lavoro”, racconta il sindacalista.
Quali sono le principali criticità che avete riscontrato nella digitalizzazione delle politiche attive del lavoro?
“Pensare di gestire disoccupazione e politiche attive del lavoro esclusivamente con una piattaforma informatica è un’illusione. Viviamo in un paese dove la digitalizzazione è ancora un miraggio per molti, specialmente per chi ha superato i cinquant’anni. La piattaforma SIISL, invece di semplificare, rischia di creare nuovi ostacoli. E intanto noi, che dovremmo essere il punto di riferimento dell’utenza, siamo relegati al ruolo di osservatori impotenti. Non si può scaricare tutto su un sistema informatico senza investire nelle persone e nelle strutture -, evidenzia Lenzi -. A questo aggiungo il pericolo dell’uso dell’intelligenza artificiale nell’incrocio domanda/offerta che non riuscirà a tenere conto delle specificità necessarie di ogni singola situazione”.
Cosa chiede la Fp Cgil al governo per superare queste criticità?
“Innanzitutto, l’accesso immediato alla piattaforma SIISL per tutti i Centri per l’Impiego. Ma non basta. Serve un piano straordinario per l’occupazione che potenzi davvero i Cpi, colmando le carenze di personale e risorse. La digitalizzazione non può essere una scusa per ridurre il ruolo delle operatrici e degli operatori a semplici esecutori di data entry, cioè compilatori di moduli digitali. Noi chiediamo di valorizzare la nostra professionalità (che include le consulenze personalizzate, l’orientamento professionale, la mediazione con le imprese per facilitare il match tra domanda e offerta di lavoro, il supporto pratico nella comprensione e nell’accesso a misure come indennità di disoccupazione o assegno di inclusione), di avere strumenti adeguati e condizioni di lavoro dignitose – specifica il coordinatore Fp Cgil Lombardia -. Questo significa anche investire nel rinnovo del contratto collettivo nazionale e garantire una governance che eviti frammentazioni territoriali, soprattutto in una regione come la Lombardia”.
In che senso?
“La frammentazione della governance provinciale, la carenza di personale e risorse, l’inaccessibilità alla piattaforma SIISL e le strutture inadeguate stanno mettendo in crisi i Cpi in Lombardia. Chiediamo una gestione unitaria regionale, nuove assunzioni, accesso immediato alle piattaforme informatiche e investimenti per valorizzare gli operatori e garantire servizi pubblici efficienti”.