Farano (Fp Cgil Lombardia): “L’accordo integrativo cambia la prospettiva: si torna a investire sul personale, riconoscendone il ruolo essenziale”
9 gen. 2025 – Siglato tra Fondazione Sacra Famiglia, Rsu, e le categorie di Cgil Cisl Uil un accordo integrativo al contratto aziendale che promette di migliorare la vita dei circa 1700 dipendenti.
In vigore dal 1° gennaio 2025 e valido fino al 2028, l’addendum del 19 dicembre 2024 introduce significative novità economiche e strumenti di conciliazione vita-lavoro, segnando una svolta per questa storica realtà del terzo settore, afferente a Uneba, che peraltro lo scorso 20 dicembre ha siglato la preintesa per il rinnovo contrattuale nazionale.
Per approfondire, ne parliamo con Davide Farano, coordinatore Fp Cgil Lombardia per Sacra Famiglia.
Cosa rappresenta per voi questo accordo?
“È una tappa importante. L’accordo coinvolge tutti i dipendenti di Sacra Famiglia con contratto Uneba, che in Lombardia ha sedi a Milano, Varese e Lecco. È una scelta inclusiva che valorizza l’intera comunità lavorativa. Per anni, le lavoratrici e i lavoratori della Fondazione hanno pagato un prezzo alto a causa di scelte amministrative difficili. Questo accordo cambia la prospettiva: si torna a investire sul personale, riconoscendone il ruolo essenziale. È una risposta concreta ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori, con misure che, nel contesto del terzo settore, si possono definire innovative”.
Quali sono le novità economiche più rilevanti?
“Abbiamo confermato il premio di produzione per il triennio 2025-2027 e stanziato un fondo aggiuntivo di 300.000 euro all’anno per cinque anni, fino al 2029. Inoltre, è stato introdotto un welfare aziendale di 250 euro annuali, erogati a febbraio, per i dipendenti a tempo pieno, assunti al 31 dicembre dell’anno precedente. Sono inoltre previsti importi proporzionali per chi viene assunto durante l’anno. Non meno importante, la quattordicesima verrà distribuita mensilmente, aumentando la liquidità a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Sul fronte dei diritti, cosa cambia?
“Ci sono grandi novità: il diritto alle 150 ore di studio è stato esteso ai contratti a tempo determinato. Inoltre, la Fondazione coprirà il 50% dei crediti formativi ECM (per le professioni sanitarie – ndr) e CROAS (per gli assistenti sociali) per i corsi organizzati internamente e sosterrà i costi d’iscrizione per i professionisti sanitari. Inoltre, le lavoratrici e i lavoratori hanno diritto a 2 giorni di assenza retribuita per raggiungere il 100% della retribuzione in caso di eventi particolari che altrimenti comporterebbero una riduzione dello stipendio. Infine, i nuovi permessi retribuiti per malattia del figlio e per eventi familiari rappresentano un importante passo avanti nella conciliazione vita-lavoro”.
Puoi spiegare meglio come funzionano i permessi?
“I permessi retribuiti al 100% diventano di 25 giorni all’anno fino ai 2 anni del bambino, di 22 giorni fino ai 4 anni, di 5 giorni fino ai 6 anni. I permessi per visite mediche sono di 2 giorni all’anno per visite effettuate all’interno della Fondazione o della Casa di Cura Ambrosiana (intero turno). Sono di 1 giorno all’anno per visite effettuate in altre strutture (solo il tempo del consulto). Altri permessi retribuiti sono: 1 giorno all’anno per la nascita di un nipote, se si è nonni. 1 giorno all’anno per il diploma di laurea di ciascun figlio”.
Che messaggio lancia questo accordo al terzo settore?
“Il messaggio è chiaro: investire su lavoratrici e lavoratori si può. Questo addendum dimostra che esiste una via per migliorare le condizioni di lavoro e sostenere le esigenze di chi quotidianamente offre servizi essenziali. È un modello che può e deve essere replicato”.