27 Sep 2025
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Igiene ambientale / Il 17 ottobre sciopero unitario nazionale

Volantino sciopero IA Fp Cgil Lombardia

Pirri e Tramparulo (Fp Cgil Lombardia): “Scioperiamo per salari dignitosi, più sicurezza, più tutele e un contratto che valorizzi lavoratrici e lavoratori, non che li precarizzi”

27 sett. 2025 – Le trattative per il rinnovo del contratto nazionale dei servizi ambientali si sono incagliate in estate. Dopo mesi di riunioni, Utilitalia, Cisambiente-Confindustria, Assoambiente e le Centrali cooperative hanno confermato la loro vera intenzione: comprimere il costo del lavoro e rinviare soluzioni. Il risultato è uno: lo sciopero nazionale del 17 ottobre proclamato da Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel.

Per mesi avete trattato. Cosa vi ha fatto dire basta?

“Siamo davanti a distanze non colmabili. La nostra piattaforma poggia su quattro pilastri: salute e sicurezza, riforma della classificazione, riduzione dei divari e parte economica. Le parti datoriali hanno scelto di concentrarsi solo sulla classificazione, ma al ribasso. Su salute e sicurezza disponibilità formali, niente di più. La loro logica resta il costo meno uno”, risponde Daniele Pirri, coordinatore Fp Cgil Lombardia.

La sicurezza è un punto sensibile. Cosa avete chiesto e cosa avete ottenuto?

“In un comparto dove gli infortuni, anche mortali, continuano, abbiamo chiesto tutele vere: più formazione e addestramento, attenzione ai carichi di lavoro, riconoscimento e protezione di chi è responsabile della sicurezza. Abbiamo proposto di rafforzare la Fondazione Rubes Triva, l’ente comune di imprese e sindacati dedicato alla prevenzione e alla formazione, come, appunto, presidio bilaterale. Le risposte sono state di facciata”.

La classificazione doveva riconoscere professionalità e carriere. Invece?

“Per noi la classificazione deve valorizzare competenze e prospettive – afferma Pirri -, soprattutto per chi guida mezzi complessi o conduce impianti. Invece è stata piegata a comprimere salari e inquadramenti. Volevamo superare il livello J, serbatoio di lavoro sottopagato. Ci hanno risposto proponendo un nuovo livello ancora più basso dell’attuale 1A. Stesso copione per gli autisti con patente B, che verrebbero declassati. Per i tecnici degli impianti e per il personale amministrativo nessuna valorizzazione, anzi prospettive ridotte”.

Cosa significa ridurre i divari?

“Vuol dire non accettare lavoratrici e lavoratori di serie A e di serie B. Significa ridurre i divari generazionali, di genere e sociali: avere strumenti per conciliare vita e lavoro, orari compatibili con una forza lavoro sempre più anziana e usurata, tutele per le vittime di violenza di genere o stalking, percorsi di inclusione e integrazione. È un tema di giustizia ed equità”.

E sui salari?

“Chiediamo il pieno recupero del potere d’acquisto eroso dall’inflazione. Le offerte sono esigue e pensate per rallentare la dinamica retributiva, aprendo a nuovi ingressi di personale con trattamenti più bassi. Così il settore perde autisti e tecnici verso comparti che riconoscono meglio professionalità e salari”.

Appalti, impianti, welfare e diritto di sciopero: perché sono al centro della piattaforma sindacale?

“Perché sono i punti dove oggi si scaricano le disuguaglianze. Chiediamo più tutele negli appalti, il miglioramento degli articoli contrattuali per chi lavora negli impianti, lo sviluppo del welfare contrattuale e del sistema delle indennità, e il rafforzamento dell’esercizio del diritto di sciopero. Senza questi elementi, il contratto non regge sul piano della dignità e dell’equità”.

L’ultima domanda la riserviamo al neo segretario generale della Fp Cgil Lombardia, Lello Tramparulo.

Il 17 ottobre lo sciopero. E poi?

“Lo sciopero dei servizi ambientali non è solo una vertenza di comparto, ma parte di un attacco complessivo al lavoro. Le parti datoriali, le imprese, considerano salari e diritti un intralcio alla rendita – incalza Tramparulo -. Il nostro obiettivo è rilanciare il settore e restituire dignità a chi ci lavora. Per questo servono anche interlocuzioni con Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente  –  ndr), che ha già riconosciuto i costi del lavoro nelle tariffe, e con l’Anci, i Comuni, che sono i principali committenti. Il 17 ottobre sarà solo l’inizio di una lunga lotta. Perché il contratto non può essere un manuale di precarietà: deve restituire dignità, sicurezza, salario, valorizzazione alle lavoratrici e ai lavoratori”.