La segretaria generale Fp Cgil Mantova Giusti replica a Nicchio (Aiop Giovani e Gruppo Mantova Salus)
10 mar. 2022 – – “La battaglia tra poveri evocata da Nicchio riguarda altro. Riguarda la necessità di stabilire il reale fabbisogno di personale per smaltire il carico di prestazioni accumulato durante la pandemia dalle aziende sanitarie pubbliche. Riguarda la necessità di rimettere al centro il servizio sanitario pubblico e ridiscutere il rapporto col privato perché non passi la condizione che per curarsi si debba pagare e che quindi si curi chi può farlo. Il sistema privato deve essere complementare non sostitutivo di quello pubblico”. Così Elena Giusti, segretaria generale della Fp Cgil Mantova, in una nota di replica alle dichiarazioni stampa del presidente nazionale di Aiop Giovani (l’associazione dell’ospedalità privata).
La sempre più generale carenza di personale infermieristico (la stima di Fnopi, la federazione delle professioni infermieristiche, è di circa 70mila a livello nazionale, di cui 10mila in Lombardia) spinge pubblico e privato a ‘rubarselo’ tra loro, secondo la denuncia di Michele Nicchio che è anche direttore operativo del Gruppo Mantova Salus, una rete di servizi ospedalieri privati e residenze sanitarie assistenziali del mantovano. E la coperta è tanto corta che il Gruppo sta provando a ingaggiare infermieri da Cuba.
“Medici e infermieri sono pochi e i numeri di accesso ai corsi universitari sono insufficienti. È questa la ragione che spinge ospedali privati e RSA a ricercare personale sanitario all’estero. È una analisi che condividiamo – sottolinea Giusti, per poi puntualizzare sulla “suggestione” stimolata da Nicchio per cui “il personale infermieristico sarebbe attirato dalla sicurezza del posto fisso nel pubblico e l’annovera tra le cause che mettono in difficoltà il settore privato. Anche il settore sanitario privato può applicare un contratto nazionale – evidenzia la dirigente sindacale -. Peccato che il rinnovo faticosamente ottenuto dalle organizzazioni sindacali nell’ottobre 2020, dopo ben 14 anni di blocco e dopo lunghi periodi di mobilitazione e scioperi, abbia tutt’ora delle applicazioni non corrette da parte dei datori di lavoro, tanto da veder aperte vertenze su tutti i territori. Peccato ancora – aggiunge – che il contratto AIOP-ARIS RSA per il personale anche infermieristico delle residenze sanitarie per anziani sia fermo da più di 14 anni. Anche l’ennesimo sollecito delle organizzazioni sindacali del 15 febbraio scorso perché si riprendano le trattative non ha ricevuto risposta dalle parti datoriali. Non può passare sotto silenzio che la ricerca e la scelta di un posto di lavoro sia dettata anche dalle condizioni contrattuali che in quel luogo di lavoro vengono praticate”.
E questo riguarda i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori. Diritti e tutele che viaggiano di pari passo con la qualità dei servizi erogati, e quindi con il diritto alla salute della cittadinanza. Per poterlo esigere pienamente occorre dare braccia e gambe al sistema sanitario. La Fp Cgil da tempo e ben prima della pandemia, sostiene la necessità di un piano straordinario di assunzioni. Come ricorda Elena Giusti, gli “scioperi generali nel 2020 e alla fine del 2021” hanno avuto al centro questa tematica. “La condizione di emergenza a causa del covid ha reso drammatico ciò che da tempo evidenziamo. I tagli alle risorse per la sanità e la riduzione dei servizi sanitari sul territorio hanno acuito l’impatto della pandemia. Questo va letto anche alla luce di una carente programmazione sulla formazione del personale sia medico che infermieristico” sostiene la rappresentante della Fp Cgil, volendo cambiare pagina.