Un ruolo fondamentale, nella protezione internazionale, è svolto da funzionarie e funzionari amministrativi di alta specialità, in buona parte trasferiti dalle Commissioni alle Prefetture. Un tema che si inscrive nella problematica generale delle carenze di personale nelle pubbliche amministrazioni. Ne parliamo con Andrea Ferraccio, coordinatore Fp Cgil Lombardia per il Ministero dell’Interno
26 giu. 2023 – Nei giorni scorsi la Fp Cgil nazionale ha organizzato un’assemblea con le operatrici e operatori della Commissione Nazionale e delle Commissioni/Sezioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, già in stato di agitazione.
Questi organismi sono “il cuore di un sistema d’asilo che ogni paese deve mettere a disposizione di quanti guardano ad esso come il primo approdo nella fuga, comunque indesiderata, obbligata dalla disperazione imposta da guerre e crisi sociali, economiche, climatiche, subite nei paesi di origine”, afferma su Facebook Florindo Oliverio, segretario Fp Cgil nazionale. Sottolineando la delicatezza e centralità dell’incarico dei funzionari amministrativi di alta qualificazione nelle cui “mani è sospesa la sorte definitiva dei rifugiati. A loro è affidata la responsabilità di decidere se ridare al mondo vite umane riconoscendo a uomini, donne, ragazze, ragazzi il diritto d’asilo nel nostro paese o il ritorno alla disperazione e al rischio della vita”. La loro, cioè, “non è professione che si improvvisa. È fatta di competenze tecniche, anche multidisciplinari (giuridiche, economiche, politiche, internazionali), che devono albergare in uomini e donne preparate ad affrontare carichi emotivi molto intensi”.
Approfondiamo la problematica con Andrea Ferraccio, coordinatore Fp Cgil Lombardia per il Ministero dell’Interno.
Cosa fanno Commissioni Territoriali per la protezione internazionale dei rifugiati e la Commissione Nazionale per i richiedenti asilo? “Le Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale hanno il compito di valutare le domande di protezione internazionale presentate dalle persone richiedenti asilo presso le frontiere, le questure e i Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). Ognuna per competenza supera il territorio provinciale della Prefettura presso cui è insediata, avendo con essa un rapporto di tipo logistico-funzionale. In Lombardia abbiamo la Commissione a Milano e le sezioni a Milano, Monza e la Commissione di Brescia. Le Commissioni Territoriali sono guidate da un Presidente di carriera prefettizia e sono dotate di personale dell’amministrazione civile del Ministero dell’Interno. Alla Commissione Nazionale spetta il compito di coordinarne le attività”, risponde Ferraccio.
Il personale ha mansioni, in sostanza, amministrative? “Le Commissioni territoriali hanno una segreteria che svolge attività di tipo amministrativo-organizzativo e legate al contenzioso, in più ci sono funzionarie e funzionari amministrativi specializzati che hanno il compito di ascoltare chi chiede asilo e di redigere una proposta da vagliare in plenaria insieme al Presidente. L’attività caratterizza profondamente il Ministero dell’Interno e la professionalità acquisita negli anni da questi funzionari è difficilmente sostituibile”.
Perché questo ultimo rilievo? “Dal primo concorso del 2017 all’assunzione nel 2018, queste lavoratrici e lavoratori, funzionari amministrativi altamente qualificati delle Commissioni territoriali, prima hanno abbattuto l’arretrato generato dai crescenti flussi in ingresso nel nostro territorio, poi sono stati spostati nelle Prefetture, senza aspettare di verificare se il sopraggiunto calo migratorio fosse solo temporaneo. Un’operazione che ha fatto fuoriuscire oltre 90 di questi funzionari a livello nazionale, con il risultato di farli scendere nelle Commissioni Territoriali sotto le 300 unità. Ma le migrazioni, ormai si dovrebbe sapere bene, sono un fenomeno strutturale non episodico”.
La Fp Cgil come si sta muovendo? “La nostra categoria ha aperto una vertenza rispetto alle recenti modifiche apportate dal ‘Decreto Cutro’, un provvedimento dove si è voluta trovare una soluzione che incide direttamente sull’attività dei funzionari altamente qualificati. Da un lato la mobilità dei cosiddetti ‘perdenti posto’, ossia le lavoratrici e i lavoratori trasferiti in Prefettura, dall’altro l’uscita dalle Ctsr per posti vinti in altri concorsi o presso organismi internazionali (vedi Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), hanno privato le Commissioni Territoriali di molto personale tra i funzionari altamente qualificati, oltre al personale di segreteria andato in pensione o trasferito con mobilità ordinaria di comparto”.
Quindi? “La Fp Cgil propone di bandire un secondo concorso per queste figure, come di presentare un interpello per far rientrare dalle Prefetture il personale ‘perdente posto’. Personalmente – aggiunge Ferraccio – vedo come ulteriore misura possibile quella di considerare quel poco personale che da tantissimo tempo, anche 15 anni, lavora con qualifica di funzionario amministrativo nelle Commissioni territoriali: ha maturato un’esperienza tale che può tornare utile al servizio erogato, che non deve perdere di qualità, a tutela dei diritti delle persone richiedenti asilo”.
Ma questo spostamento di personale non è un continuo tirare una coperta già corta? “La Fp Cgil da molti anni denuncia una generale, cronica e grave carenza di lavoratrici e lavoratori nelle pubbliche amministrazioni e continueremo a rivendicare, per questo, un piano straordinario di assunzioni. Purtroppo le carenze di organico stanno sempre più indebolendo i servizi pubblici e così i diritti. A tutti i livelli, il nostro impegno è e resta quello di mettere al centro il lavoro, le professionalità e la tutela delle persone”, chiude il sindacalista.