22 Nov 2024
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Il pronto soccorso privato a Zingonia / Fp Cgil Bergamo: “L’indebolimento del pubblico è scientifico”

sala d'attesa ospedaliera

Il segretario generale della categoria interviene sull’ambulatorio a pagamento, per i ‘codici bianchi e verdi’, aperto al Policlinico San Marco. Mentre la medicina territoriale è sempre più in sofferenza e rivendica valorizzazione e dignità, come testimonia Paola Nardis, coordinatrice provinciale Medici di medicina generale della Fp Cgil orobica

4 ago. 2023 – “Lo svuotamento della medicina territoriale fa sì che l’accesso ai pronto soccorso aumenti e, siccome questi non riescono a gestire i flussi di persone, allora arriva il privato che specula sul bisogno di salute”. Giorgio Locatelli, segretario generale della Fp Cgil Bergamo, parte dal cuore del problema per parlarci dell’ambulatorio-pronto soccorso aperto al Policlinico San Marco (Iob-Istituti ospedalieri bergamaschi, gruppo San Donato) di Zingonia.

“Per il momento, quello che viene presentato come un ambulatorio per le persone in codice bianco o verde, quindi per i casi di bassa emergenza, è una sperimentazione, sull’onda di due realtà già in essere a Brescia e Milano – racconta il dirigente sindacale -. Pagando 149 euro si ha una prima visita specialistica a cui possono seguire, all’interno, ulteriori esami sempre a pagamento, ed è qui l’ulteriore aggancio”.

Bergamo è un’ulteriore conferma dell’orientamento privato della sanità lombarda. “L’opportunità di business è offerta dai disservizi della sanità pubblica, voluti in modo scientifico, ed è questo il fatto grave. Ripeto, la sanità territoriale è stata svuotata, i medici di medicina generale sono pochi, la continuità assistenziale è stata drasticamente ridotta. E anche se queste lavoratrici e lavoratori si fanno in quattro, non bastano per tutti. Così le persone vanno in pronto soccorso, dove possono aspettare anche più di 10 ore se non hanno sintomi gravi. E allora ecco che il privato permette di tagliare sui tempi, per chi se lo può permettere visti i costi. Anche così aumentano le disuguaglianze”, evidenzia Locatelli.

Rispetto alle condizioni della medicina territoriale interpelliamo una medica sul campo, Paola Nardis, coordinatrice provinciale Medici di medicina generale della Fp Cgil Bergamo.Stanno uccidendo la nostra figura professionale: la nostra immagine va tutelata, la nostra professione va difesa e valorizzata – insiste -. Le persone hanno tutto il diritto a essere curate. Anche noi siamo persone. E lavoriamo troppo. Degli stipendi a fine mese ci resta in mano poco, non abbiamo riconosciute le ferie, la maternità, la malattia. Se, per casi seri, ci ammaliamo per più di 30 giorni, lo stipendio va al sostituto. La pensione chissà come sarà e non avremo il Tfr. Siamo sommersi dalla burocrazia e con l’Ats che vuole risultati. Il tutto in un clima di disagi personali e malessere sociale crescenti: tra i pazienti c’è anche chi perde la pazienza e arriva anche a denunciarci, ricattarci o aggredirci. Poi ci si stupisce se non si trovano giovani medici che vogliono fare la nostra professione!”.

Eppure la cronaca ci racconta di medici che lasciano gli ospedali per passare alla medicina generale, alla ricerca di ritmi più sostenibili. “Ci provano, è successo anche nelle valli bergamasche. Ricordo il caso di un anestesista, durato qualche mese. In genere, poi, i medici ritornano da dove sono partiti, quando capiscono di essere passati dalla padella alla brace. La dipendenza dei medici di medicina generale dal Ssn potrà essere il futuro, come chiediamo da tempo come sindacato – continua Nardis -. Ma c’è anche un presente, e in prospettiva, da salvaguardare”.

“Il diritto alla salute e l’accesso universale e gratuito alle cure sono pilastri del Ssn. Il Servizio sanitario nazionale attua la nostra Costituzione, che viene tradita dall’organizzazione di una sanità regionale che consente al privato di sostituirsi al pubblico – torna a denunciare Locatelli -. In Lombardia si è affermato un modello opposto a una sanità equa, trasversale e capillare. Importante sarà, per iniziare a invertire la rotta, il referendum popolare abrogativo che la Cgil, insieme a oltre cento promotori, ha proposto e depositato al Protocollo della Regione lo scorso 27 luglio per ridare centralità al servizio sanitario pubblico. Inoltre – continua il segretario generale della Fp Cgil Bergamo – ci attende, tra le altre, la manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma, ‘La Via Maestra. Insieme per la Costituzione’. Difendere la sanità pubblica significa anche difendere la nostra preziosa Carta, i suoi valori fondamentali, le cittadine e i cittadini, le lavoratrici e i lavoratori”.