I Centri per l’impiego e gli ex percettori del Reddito di cittadinanza sono alle prese con una piattaforma contorta: il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa, partito lo scorso 1° settembre. La denuncia della Fp Cgil Varese, con il delegato Antonio Lenzi, e la Fp Cgil Lombardia, con il segretario Dino Pusceddu
28 sett. 2023 – Il Governo, “in maniera incomprensibile” non ha autorizzato i Centri per l’impiego pubblici ad accedere alla piattaforma unica di gestione SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa), quella che “dovrebbe aiutare gli ex beneficiari del Reddito di Cittadinanza a trovare una nuova occupazione”. Così Antonio Lenzi, operatore Cpi e delegato della Fp Cgil Varese, in una nota stampa diffusa insieme alla Cgil Varese, con il segretario Pino Pizzo.
Avevamo interpellato Lenzi a fine dello scorso 25 agosto, a pochi giorni dall’inaugurazione della nuova piattaforma.
Dopo un mese, com’è la situazione informatica? “La piattaforma SIISL è partita il 1° settembre. È un sistema che mostra diverse criticità, sia dal punto di vista dell’accessibilità per gli utenti, considerando il tipo di platea (i percettori del Rdc hanno – lo ricordiamo – più del 70% la terza media, sono assenti dal mondo del lavoro da oltre due anni, hanno bassissime competenze digitali), sia sotto il profilo della fruibilità, visto che in questa piattaforma sono presenti tante offerte formative e di lavoro ma che purtroppo non sono organizzate a dovere”, risponde Lenzi.
In che senso? “C’è un po’ di tutto dentro. Ci sono offerte già scadute, altre dove non è specificata la sede. È stato fatto, in sostanza, un lavoro di accumulo, senza una razionalizzazione e gli aggiornamenti necessari”.
Il Supporto formazione e lavoro è richiesto? “Poco. In questo momento c’è forte scettiscismo da parte degli utenti perché tutto il sistema è un po’ confusionario. Gli stessi Caf e Patronati hanno una certa difficoltà a processare le domande, proprio perché il sistema è piuttosto macchinoso. E quindi, sostanzialmente, il Supporto formazione e lavoro, voluto dal Governo Meloni, non sta centrando gli obiettivi per cui era nato. Solo una piccola parte della platea dei percettori del Reddito di Cittadinanza ne sta realmente usufruendo. Lo ha comunicato la stessa Ministra del Lavoro, Marina Calderone: sugli attuali potenziali 180mila ‘occupabili’, con Isee sotto i 6mila euro l’anno, che avrebbero deciso di frequentare corsi formativi per poter avere i 350 euro di indennità dopo lo stop al loro Rdc, sarebbero in 40mila quelli che si sono fatti avanti. E va anche evidenziato – prosegue – che in alcune regioni la formazione non è partita e non è prevista una partenza a breve, per cui queste persone avranno serie difficoltà ad accedere ai servizi”.
Quali sono, invece, i problemi dei Centri per l’impiego? “Potremmo scriverci una tesi di laurea – replica salace il delegato Fp Cgil -. I principali problemi dei Cpi sono, da un lato, le risorse umane, perché il piano di potenziamento dei Centri per l’impiego è stato attuato in modo molto disomogeneo nel Paese e ancora molte Regioni sono in forte ritardo per quanto riguarda l’assunzione di nuovo personale. Dall’altro lato ci sono altrettanti ritardi per superare le criticità strutturali: edifici, dotazioni informatiche, ecc. Anche qui doveva esserci un potenziamento. Per quanto riguarda poi il rapporto con l’utenza – aggiunge Lenzi -, i Centri per l’impiego hanno bisogno di costruire sinergie forti con il mondo della formazione, con il mondo degli imprenditori, con il mondo dei servizi sociali e del Terzo Settore. Un’operazione, questa, purtroppo, estremamente difficile visto che a livello territoriale ci sono, anche qui, disomogeneità fortissime, a volte anche all’interno della stessa regione, proprio perché manca un coordinamento efficace che permetta di mettere in rete i diversi soggetti che si occupano a vario titolo delle persone più a rischio di esclusione sociale”.
Commenta Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia: “Il Governo, con questo come con altri decreti, approva provvedimenti ideologici senza farsi scrupolo delle ricadute possibili sulle persone più fragili e men che meno ragionando sull’operatività dei professionisti chiamati a gestire le normative. E non abilitare i Cpi pubblici all’accesso alla piattaforma SIISL ci pare un altro segnale negativo. Sabato 7 ottobre, a Roma, manifesteremo anche per cambiare verso a tutto questo – sottolinea -. I dipendenti dei Centri per l’Impiego e gli assistenti sociali comunali si ritrovano a dover intercettare istanze per le quali non hanno una risposta, lasciati soli davanti alle cittadine e ai cittadini in condizione di bisogno. A ciò si aggiunge l’inazione di Regione Lombardia che non sta coordinando le Province nella gestione del servizio che gli è stato delegato”.
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