Nuovo padiglione, vecchi problemi, che aumentano. Bottiroli (Fp Cgil Milano): “Siamo molto preoccupati e faremo del nostro meglio per migliorare le condizioni delle persone che vivono e operano nella struttura”
23 ott. 2023 – Riaperto lo stato di agitazione unitario all’Istituto penale per i minorenni “Cesare Beccaria” di Milano.
Come spiega Cesare Bottiroli, segretario della Fp Cgil territoriale, “continuano vecchi problemi anche a fronte di novità che dovrebbero rappresentare un miglioramento. Vedi il nuovo padiglione, che dopo tanti anni di gestazione, ha presentato il conto ancor prima ancora della sua apertura”.
Cioè? “Non solo, come rilevato da sopralluoghi fatti prima dell’inaugurazione, mancano ad esempio gli sbarramenti, ma per costruirlo sono stati usati materiali che, per la dubbia qualità, avevano già dato problemi nel vecchio padiglione (dalle controsoffittature alle serrature e ai citofoni). Una camera è inagibile e non sono stati immaginati spazi per i colloqui con familiari, psicologi e avvocati che si terranno ancora nel vecchio padiglione – risponde Bottiroli -. Altra questione dirimente è il personale che non è stato incrementato al pari dell’ampliamento delle attività e dei posti di servizio, quando le carenze di organico già da prima incidevano sulle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Altre criticità dell’IPM? “Avevamo chiesto lo spostamento nel padiglione nuovo dell’ufficio videochiamate che è gestito esclusivamente da lavoratrici al cospetto di una popolazione detenuta tutta maschile. E così non è stato. Mentre l’infermeria è stata posta nel vecchio padiglione, con continuo andirivieni dei detenuti e un rischio di sicurezza in generale, con i pochi agenti penitenziari a disposizione” afferma il segretario della Fp Cgil Milano.
Continuano le evasioni? “L’ultima da un ospedale, ma non dimentichiamo quella di sette detenuti evasi lo scorso 25 dicembre. Scavalcare una parete di tre metri per dei ragazzi è un gioco da ragazzi, appunto – considera Bottiroli -. Peraltro quello spazio è l’unico adibito per l’ora d’aria ed è controllato da un solo agente, invece che da almeno due, come da regolamento. Lo stesso agente si deve occupare anche delle traduzioni in Tribunale o in ospedale, dei piantonamenti, della sorveglianza delle attività detentive”.
Troppi carichi? “Sì, e in un ambiente complesso e, a suo modo, fragile. È molto rischioso lavorare in emergenza continua, con anche più di 12 ore al giorno e spesso senza neanche pause. Fa male alla tenuta psicofisica e alla tenuta del servizio – avverte Bottiroli -. Le carenze di personale sono tali che viene chiesto anche a chi non ha abilitazione di guidare i mezzi della Polizia Penitenziaria. E ora con il nuovo padiglione, in ragione di 40 lavoratori e lavoratrici in meno del necessario (tra cui sottufficiali), saranno in forse ferie e riposi settimanali. Non ci sono nuove assunzioni e non viene garantita la continuità del servizio a causa di distacchi ad altre sedi o amministrazioni o di trasferimenti. Così, difficilmente si potrà andare avanti”.
Almeno sono correttamente retribuiti? “Le lavoratrici e i lavoratori anticipano le missioni che non vengono pagate loro da dicembre 2022! Non va bene, ma non si tratta solo di garanzie economiche. Il lavoro ha una dignità a tutto tondo che va riconosciuta. Insieme alla professionalità, alla sicurezza e alla salute. All’IPM ‘Beccaria’ la situazione è su un crinale, è al limite. Siamo molto preoccupati e faremo del nostro meglio per migliorare le condizioni delle persone che vivono e operano nella struttura. Lo stato di agitazione unitario, per la Fp Cgil, ha questo primo obiettivo”.