3 Jul 2024
HomeMilanoComune di Milano / Sciopero il 17 novembre per cambiare la finanziaria e per le criticità nell’ente

Comune di Milano / Sciopero il 17 novembre per cambiare la finanziaria e per le criticità nell’ente

Giovanni Molisse, Fp Cgil Milano

Molisse (Fp Cgil): “Non ci sono risposte concrete da parte dell’Amministrazione comunale. Il 13 novembre faremo un’assemblea preparatoria, con la Rsu, la Uil e il Csa. Per quanto ci riguarda, insieme alla Uil, il 17 novembre è anche la data dello sciopero generale nazionale di tutta la nostra categoria, per contrastare le scelte del Governo, a partire dalla legge di bilancio e dal disinvestimento sui servizi pubblici”

10 nov. 2023 – Per le carenze di personale, liste di attesa e arretrati non sono solo in sanità ma anche in altri servizi pubblici, vedi il Comune di Milano.

Dallo stato di agitazione aperto in diversi settori, Cgil e Uil, Csa e la Rsu, hanno proclamato lo sciopero di ente per il 17 novembre. Una sorta di sciopero nello sciopero, visto che per quella data Cgil e Uil, a livello nazionale, inaugurano la prima delle cinque giornate di astensione al lavoro, con il pieno coinvolgimento delle categorie della funzione pubblica.

Nell’ambito dello sciopero del Comune di Milano, venerdì 17, dalle ore 15.30, ci sarà anche un presidio in Piazza della Scala.

Le rivendicazioni sindacali principali riguardano un piano straordinario di assunzioni, l’incremento delle risorse economiche per la crescita dei salari e la valorizzazione del lavoro svolto dalle operatrici e operatori comunali, l’organizzazione dei servizi e il diritto al pasto.

“Come fanno i servizi a funzionare in modo efficiente e a reggere, se non pesando sui carichi di lavoro o esternalizzando, quando le carenze di organico hanno ridotto il personale a 13.272 mila dipendenti? – attacca Giovanni Molisse, segretario della Fp Cgil milanese -. In quattro anni abbiamo perso 1228 lavoratrici e lavoratori. Siamo al minimo storico, le assunzioni dell’amministrazione comunale non bastano a garantire il turnover”.

Lo stato di agitazione non sta dando risposte? “Lo abbiamo indetto lo scorso 13 settembre, all’ultimo incontro con l’amministrazione, cioè ieri, ci hanno detto che stanno facendo il possibile per aumentare le entrate (ad esempio attraverso la tassa di soggiorno, l’occupazione di suolo pubblico) ma i soldi per aumentare le assunzioni non li riescono a trovare. Quindi il bilancio non cambierà e verranno spesi i 2,5 milioni già previsti per circa 60 assunzioni – risponde Molisse -. Ci hanno anche comunicato che per garantire il ricambio tra un dipendente che va in pensione o cambia lavoro e uno che entra servono 8 milioni di euro all’anno e non ci sono”.

Quindi? “Al momento siamo a circa il 75% del turnover e quindi sotto del 25% del personale. Noi vogliamo fermare questa discesa. A fronte di circa 700 code assunzionali, l’amministrazione ne ha assunte 280 dall’apertura del nostro stato di agitazione, di cui 60 con quei 2,5 milioni di euro citati prima. Delle assunzioni già programmate e finanziate ne mancano ancora 420, di cui 243 dovrebbero essere assunte entro la chiusura del 2023. Con l’anno prossimo partiranno dall’arretrato di 177 assunzioni. Ma queste misure le avevamo già concordate nel piano per le politiche occupazionali precedente e, a quanto pare, non andranno oltre. Chiederanno ai Parlamentari un emendamento – prosegue il segretario Fp Cgil – per annullare il tetto al fondo delle amministrazioni comunali, che ci invieranno. Tutte queste risposte non ci soddisfano, di fatto non si procede a un cambio di passo per migliorare le condizioni di lavoro e dei servizi”.

Uno sciopero necessario. “Non ci sono incrementi economici, non ci sono incrementi occupazionali, né ci sono prospettive ma solo la volontà di cercare soluzioni. Per questo allo stato di agitazione uniamo lo sciopero di ente, con un’assemblea preparatoria che si terrà il 13 novembre, dalle ore 14.30 alle 18. Come Fp Cgil e come categoria della Uil rientriamo anche nello sciopero generale indetto sempre il 17 novembre, per contrastare le scelte del Governo, a partire dalla legge di bilancio e dal disinvestimento sui servizi pubblici”.