
Le categorie confederali: “Proposta insufficiente e lesiva della dignità”. Negri (Fp Cgil Lombardia): “Un muro sul rinnovo, il personale rischia di fuggire, aumenta il carico su chi resta”
11 giu. 2025 – Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs hanno proclamato oggi lo stato di agitazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori dipendenti delle strutture che applicano il contratto nazionale Anaste. La decisione arriva dopo l’ennesimo tavolo andato a vuoto (ieri) per rinnovare il triennio 2023-2025 e dà il via a una fase di duro confronto, con la richiesta formale di avvio di una procedura di raffreddamento e conciliazione presso il Ministero del Lavoro e la Conferenza delle Regioni.
La proposta di Anaste è stata giudicata dai sindacati “insufficiente e lesiva della dignità” dei circa 10.806 dipendenti (report Cnel del 31.12.24) cui si applica il contratto siglato nel 2022.
Ne parliamo con Sabrina Negri, segretaria Fp Cgil Lombardia.
Cosa è successo al tavolo di trattativa?
“Dal nostro punto di vista, con le sue proposte Anaste ha alzato un muro rispetto al rinnovo 2023-2025. Come? Proponendo un aumento tabellare di soli 55 euro per il livello 4 (OSS), da riparametrare sugli altri livelli. Questo è un aumento lordo, una vera elemosina che, a fronte dell’inflazione, si traduce in un potere d’acquisto sempre più eroso per le lavoratrici e i lavoratori – risponde Negri -. Ha proposto poi una “una tantum” di 200 euro sotto forma di welfare. Cioè un pagamento saltuario che non incide sul salario base, sulla pensione o sul Tfr. E sotto forma di “welfare” potrebbe limitarne la spendibilità, magari con buoni o servizi specifici. Ancora, prevede di pagare il terzo e quarto evento di malattia al 75%, quando noi chiediamo il 100%. E, francamente, i 5 euro di assistenza sanitaria integrativa sono una cifra meschina”.
C’è disparità rispetto ad altri contratti del settore socio sanitario assistenziale?
“La disparità è evidente e mortificante se confrontata con i rinnovi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali confederali. I contratti delle Cooperative Sociali, di Uneba, Valdesi, Anffas o Agidae hanno visto aumenti medi superiori, con percentuali che variano dal 10,4% al 12,6% sul tabellare, senza considerare le importanti migliorie sulle parti normative. La proposta di ANASTE è penalizzante per le lavoratrici e i lavoratori, a fronte di un impegno quotidiano e indispensabile”.
Quali sono le possibili conseguenze di questo stallo negoziale?
“Temiamo ulteriori fughe di personale che condannerebbero chi resta a un nuovo aumento dei carichi di lavoro, con le presumibili ripercussioni in termini di prestazioni, rivolte per lo più a persone fragili e non autosufficienti. Non possiamo permettere che la tutela dei più vulnerabili sia compromessa dalla sordità di Anaste verso un contratto che riconosce e valorizza la dignità del lavoro e la professionalità”.