La Cgil ha indetto lo sciopero generale del 12 dicembre contro una Legge di Bilancio che
riduce il valore di salari e pensioni, penalizza le liquidazioni del personale pubblico, non finanzia i contratti, indebolisce sanità e servizi essenziali, irrigidisce l’uscita dal lavoro e lascia irrisolte precarietà, sicurezza e fuga dei giovani. Una manovra che sottrae risorse al welfare mentre aumenta la spesa militare, senza chiedere un contributo a profitti, rendite ed evasione. Il Paese ha bisogno di investimenti che riducano i divari territoriali, non di nuove disuguaglianze.
Salari e pensioni in difficoltà
Il mancato adeguamento dell’Irpef all’inflazione ha aumentato il prelievo su chi vive di reddito fisso. Le perdite vanno da alcune centinaia a oltre duemila euro l’anno, mentre rendite e profitti restano esclusi da questo meccanismo. Per la Cgil è necessario restituire potere d’acquisto a lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati.
Sanità e servizi pubblici insufficienti
Il finanziamento della sanità pubblica scende a una quota minima del Pil. Le liste d’attesa si allungano, la spesa privata supera i 43 miliardi e quasi 6 milioni di persone rinunciano alle cure. Anche scuola, non autosufficienza, trasporti, diritto alla casa e sicurezza sul lavoro non dispongono delle risorse necessarie.
Contratti nazionali senza risorse
La manovra non prevede i finanziamenti indispensabili per il rinnovo dei contratti nazionali. Senza risorse adeguate, i salari reali perdono valore e i servizi pubblici non riescono a rispondere alla domanda crescente. La contrattazione collettiva viene indebolita.
Pensioni: uscita più lontana
Le nuove norme rendono più difficile accedere alla pensione. La quasi totalità delle lavoratrici e dei lavoratori dovrà restare in servizio più a lungo, con meno flessibilità rispetto agli anni precedenti. Una scelta che non considera carriere discontinue, lavori faticosi o condizioni personali diverse.
Liquidazioni nel pubblico impiego: una perdita reale
L’intervento sul Tfs/Tfr riguarda esclusivamente chi va in pensione di vecchiaia. L’anticipo dei tempi di erogazione elimina però la detassazione prevista oltre i dodici mesi, riducendo l’importo netto. Secondo la Cgil, questo comporta 750 euro in meno per ogni persona interessata e 22,6 milioni di euro complessivi sottratti alle liquidazioni del personale pubblico. Per tutte le altre forme di pensionamento restano invariati ritardi e rateizzazioni pluriennali.
Giovani e precarietà
La crescita occupazionale riguarda soprattutto gli over 50, mentre le nuove generazioni affrontano precarietà, contratti brevi e bassi salari. L’esodo di migliaia di ragazze e ragazzi verso altri Paesi segnala un sistema che non crea opportunità e non investe sul futuro.
Spesa militare in aumento
La manovra prevede un incremento delle risorse destinate alla difesa, anche attraverso nuovo debito. È una scelta che, secondo l’analisi della Cgil, sottrae fondi a sanità, istruzione, welfare e politiche industriali, priorità indispensabili per la coesione sociale.
La posizione della Fp Cgil Lombardia
Nel suo intervento all’Assemblea Generale regionale del 13 novembre scorso, il segretario generale della categoria, Lello Tramparulo ha parlato dell’impatto della manovra sui servizi pubblici, evidenziando: “Ciò che concretamente manca è una prospettiva per il sistema Paese, dove si dà poco in cambio di tanto in termini di crescita salariale e di servizi pubblici; uno Stato che si fa sempre più leggero e si ritira progressivamente, lasciando da soli i cittadini”. (clicca qui per saperne di più >>>)
Perché si sciopera
Il 12 dicembre si sciopera per difendere salari, pensioni, contratti nazionali, sanità, welfare, lavoro stabile, sicurezza e futuro. Per un Paese che investe nelle persone e nei diritti, non nell’austerità e nel riarmo.