Macrì (Fp Cgil): “Arriva un bel pacco di Natale: 99 euro ai dipendenti, 1.818 alle EQ. Una scelta inaccettabile”
4 dic. 2025 – Indetto lo stato di agitazione al Comune di Como. Le organizzazioni sindacali e la Rsu, dopo l’ennesima proposta sbilanciata dell’amministrazione sulla distribuzione dei 100 mila euro destinati al salario accessorio (in forza del Decreto Pa 2025, che consente un ampliamento del fondo), hanno aperto la procedura per esperire il tentativo di conciliazione in Prefettura.
La divisione iniziale proposta dall’ente, metà alle 22 Elevate Qualificazioni (EQ) e metà ai 602 dipendenti, aveva già mostrato tutta la sua sproporzione: 2.270 euro lordi a ogni EQ e 84 euro lordi al personale. La successiva proposta “60–40” non ha cambiato la sostanza: 1.818 euro alle EQ, 99 euro ai dipendenti.
“Le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori avevano chiesto equità, non la conferma dello squilibrio”, commenta Stefania Macrì, segretaria della Fp Cgil territoriale.
La Rsu ha confermato un mandato unanime: respingere una proposta incapace di riconoscere il lavoro quotidiano del personale. Una riorganizzazione recente aveva già aumentato le risorse per le EQ, trasformando questa ulteriore ripartizione in un gesto politico prima ancora che contabile.
“Questa proposta non valorizza il personale e ignora il mandato delle lavoratrici e dei lavoratori. Non si possono chiamare ‘equità’ o ‘responsabilità’ ripartizioni sbilanciate e improprie. La distanza rischia di rompere la fiducia interna, e non possiamo far finta di non vederla”, afferma Macrì.
Poi incalza, senza giri di parole: “Arriva il pacco di Natale. L’amministrazione decide di non riconoscere più risorse al personale, mentre la maggior parte dei fondi finisce sulle posizioni di responsabilità già aumentate con la riorganizzazione. Una scelta granitica, inaccettabile. Le nostre proposte, che garantivano equità e tutela anche per chi ricopre incarichi di responsabilità, sono state tutte rigettate”.
Al tavolo del 3 dicembre la parte datoriale ha abbandonato ogni margine di confronto, presentando una sorta di ultimatum “prendere o lasciare” e ventilando la possibilità dell’atto unilaterale.
Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas Pubblico Impiego e Cse Flfp si sono mosse in modo unitario al fine di difendere l’idea stessa del riconoscimento del lavoro dentro l’amministrazione pubblica.