26 Apr 2024
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Part-time ciclico: presidio unitario sotto Palazzo Broletto a Brescia

Vocale (Fp Cgil): “Vogliamo avere il riconoscimento delle 52 settimane contributive per queste lavoratrici e lavoratori”

9 lug. – “Il part time ciclico ogni estate lascia in mutande le lavoratrici degli appalti scolastici, letteralmente senza stipendio. Forse questa protesta attirerà l’attenzione del Presidente del Consiglio Conte!” Così su Facebook la Fp Cgil Brescia che con la Filcams oggi ha organizzato il presidio con le categorie di Cisl e Uil per le lavoratrici (queste sono la maggioranza) e i lavoratori assunti a part-time ciclico verticale appunto negli appalti scolastici. “Torniamo in piazza per queste professionalità che sono discriminate su più fronti: chiuse le scuole per la pausa estiva restano senza stipendio e non vengono coperte da alcuna indennità di disoccupazione – spiega Giuseppe Vocale, segretario della Funzione Pubblica Cgil -. Questo comporta anche un danno per la loro pensione che non solo si sposta nel tempo ma è più ridotta. Questa è una discriminazione, come sostiene la Corte di Giustizia Europea. E ci sono anche sentenze della Cassazione che impongono a un Inps che fa orecchie da mercante di riconoscere il periodo di sosta ai fini dell’anzianità contributiva. Noi siamo in presidio per ribadirlo: Vogliamo avere il riconoscimento delle 52 settimane contributive per i part-time ciclici”. Quelle lavorate annualmente si attestano sulle 40/44. Negli appalti scolastici sono coinvolti oltre 100mila lavoratrici e lavoratori a livello nazionale ma la questione va estesa anche a tutti gli altri settori coinvolti con personale in questa tipologia contrattuale che per la maggior parte rientra nei cosiddetti lavoratori poveri.

I sindacati hanno consegnato al capo di gabinetto prefettizio una lettera unitaria da trasmettere al Presidente del Consiglio e al Ministro del Lavoro dove sottolineano: “La recente sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 dicembre 2018, C-378/17, ribadisce che l’obbligo di disapplicare una disposizione interna contraria al diritto dell’UE incombe non solo sui giudici nazionali, ma anche su tutti gli organismi dello Stato, ivi comprese le autorità amministrative, incaricati di applicare, nell’ambito delle rispettive competenze, il diritto dell’Unione. Un provvedimento legislativo – aggiungono – eviterebbe decine di migliaia di vertenze nei confronti dell’Inps”. Quelle che hanno già avuto corso hanno visto l’istituto previdenziale soccombere, e così riconoscere le 52 settimane contributive per ogni anno di lavoro oltre che pagare le spese legali.

“È necessario un intervento immediato. Non è più tempo di aspettare” si legge nel volantino messo a punto da Fp Cgil, Inca e Cgil nazionali per dare supporto a questa annosa vertenza.