24 Apr 2024
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La Nostra Famiglia / Caro Monsignore ti scrivo: “il bene va fatto bene”

Fp Cgil Lecco – Cisl Fp Monza Brianza e Lecco – Uil Fpl del Lario scrivono a Mons. Mario Delpini, Arcivescovo Metropolita di Milano e, per conoscenza, a Mons. Maurizio Gervasoni, Vescovo delegato per i problemi sociali e il lavoro, e a Don Massimo Angelelli, Ufficio Pastorale per la salute della CEI

16 nov. – “Se ci sono state caratteristiche che nel tempo hanno caratterizzato l’associazione La Nostra Famiglia, sono state il senso di appartenenza alla Mission dell’Ente e la dedizione che i dipendenti hanno sempre avuto verso il loro lavoro, svolto con grande professionalità e competenza, perché come diceva il fondatore ‘il bene va fatto bene’”. Prosegue la lotta a tutto campo delle lavoratrici e dei lavoratori della struttura specializzata nella cura e riabilitazione ad alta intensità delle persone con disabilità (soprattutto bambini nell’età evolutiva) che, attraverso le rappresentanze sindacali, hanno scritto una lettera di sensibilizzazione, con richiesta d’incontro, a Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo Metropolita di Milano.

“In questi anni si sono affrontati molti cambiamenti, ma le famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori, da 14 anni stanno pazientemente aspettando il giusto riconoscimento a tutto questo dare non ce la fanno più, non riescono più a vivere dignitosamente con stipendi fermi a 14 anni fa. In questo ultimo anno noi come OO.SS. e gli stessi operatori abbiamo continuato a sperare che la proprietà e la dirigenza riconoscessero il giusto contratto di lavoro e la giusta retribuzione al loro patrimonio più prezioso, le lavoratrici e i lavoratori, ma purtroppo dobbiamo constatare amaramente che non è così – sostengono di Fp Cgil Lecco – Cisl Fp Monza Brianza e Lecco – Uil Fpl del Lario -. Non possiamo accettare che la qualità del lavoro e l’alta professionalità, che vengono richieste quotidianamente, vengano così meschinamente negate quando si tratta di applicare il contratto”.  

L’ultima proposta della proprietà è quella di disapplicare il contratto della sanità privata al grosso dei dipendenti, circa 1600 su tutto il territorio nazionale (di cui in Lombardia circa 1100 e 900 solo sul territorio lecchese) per passarli al contratto Aris Rsa. Mentre resterebbero con il contratto originario i circa 400 dipendenti afferenti all’Irccs Medea, l’istituto scientifico per la ricerca e la riabilitazione nell’ambito dell’età evolutiva.

“Se faranno questa scelta il 50% del costo del rinnovo contrattuale della sanità privata messo a disposizione dalle regioni andrà perso – specificano i sindacati -, insieme a tutto l’impegno che con gratuità gli operatori mettono a disposizione da sempre. Siamo certi  – aggiungono – che ci siano ancora margini di ragionevole speranza affinché l’Associazione ritiri le umilianti proposte che hanno avanzato in questi giorni, a chiusura del lungo anno di trattative con le Organizzazioni Sindacali che hanno posto come vincolo di base il mantenimento del Ccnl della Sanità Privata ARIS/AIOP per tutte e tutti”.