24 Apr 2024
HomeBergamoFp Cgil Bergamo vince la causa contro l’Ats per le mancate misure anti-Covid per il personale

Fp Cgil Bergamo vince la causa contro l’Ats per le mancate misure anti-Covid per il personale

Il segretario generale Locatelli: “Sentenza importante per la sua bivalenza. Siamo soddisfatti, ma resta l’amarezza per una storia incancellabile”

7 apr. 2023 – Fp Cgil Bergamo vince la causa contro Ats di Bergamo, rea di non aver protetto le sue lavoratrici e i suoi lavoratori durante la prima fase del Covid-19.

Il sindacato aveva presentato ricorso al Tribunale il 30 luglio 2020, con l’allora segretario generale Roberto Rossi, da poco passato nella segreteria della Cgil orobica. La sentenza è stata emessa lunedì 3 aprile 2023, con la Fp Cgil territoriale guidata ora da Giorgio Locatelli.

Entrambi presenti alla conferenza stampa convocata in merito, insieme al segretario generale della Camera del Lavoro, Marco Toscano, ad Angelo Chiari, che nella segreteria confederale segue le politiche di salute e sicurezza sul lavoro, a Giuseppe Marasci, dipendente Ats Bergamo e delegato Fp Cgil.

È direttamente a Locatelli che chiediamo di fare sintesi del giudizio del Giudice del Lavoro.

Questa sentenza è importante per la sua bivalenza. Da un lato, sancisce l’incapacità di Ats di gestire verso il proprio personale dipendente le misure di prevenzione e sicurezza necessarie a prevenire il contagio da Covid, mentre dava invece indicazioni perché fossero approntate per la popolazione. Come se il virus potesse aggredire solo all’esterno, e non colpire dentro come invece ha fatto, e purtroppo anche fino agli esiti più drammatici – racconta il segretario generale della Fp Cgil Bergamo -. Dall’altro lato, stabilisce in modo netto che anche il sindacato è pienamente titolato a intervenire per il rispetto della salute e sicurezza sul luogo di lavoro, quando invece l’Ats ha tentato di smontare il nostro ruolo nel rivendicarle, riferendolo solo ai singoli lavoratori e lavoratrici o alla Rsu. Per questo motivo l’Ats è stata condannata a risarcire 5000 euro alla nostra categoria, per danno non patrimoniale all’immagine. Siamo soddisfatti per il pronunciamento, anche se resta l’amarezza per una storia incancellabile, il danno alla salute delle lavoratrici e lavoratori che, come più volte da noi denunciato, avrebbe potuto essere limitato, avrebbe dovuto essere evitato”.