16 Mar 2025
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Rsu 2025 / Roberto Marchesini, Oss, candidato Fp Cgil alla Asst Spedali Civili Brescia

roberto marchesini

Operatore socio sanitario nella Residenza Sanitario Assistenziale per Disabili “Giuseppe Seppilli” si candida con la Fp Cgil per reagire contro chi sta distruggendo la sanità pubblica e costringendo colleghi e colleghe ad abbandonarla.

Nome e cognome
Roberto Marchesini

Profilo professionale e lavoro presso
Oss nella RSD Seppilli – Spedali Civili Brescia

Qual è il motivo che più ti rende orgoglioso del tuo lavoro?
Ho scelto questa professione per essere d’aiuto alle persone più fragili, per chi ha delle disabilità fisiche e psichiche. Lo trovo il giusto compromesso fra essere sfruttato come lavoratore e poter contribuire a rendere più dignitosa la vita di chi assisto e curo.

Invece quali sono le principali criticità?
Le logiche che vogliono ridurre la salute a una merce per fare extra-profitti, sulla pelle di chi si cura e sfrutta chi si prende cura. Oggi stanche/i, stremate/i dobbiamo reagire contro chi sta distruggendo la sanità pubblica e costringendo colleghi e colleghe ad abbandonarla. Battiamoci insieme per un salario dignitoso, per vivere una vita dignitosa contro i contratti a ribasso che ci vogliono propinare. Battiamoci assieme contro i ritmi da catena di montaggio nelle corsie e nelle strutture, le poche ore di riposo che ci rimangono, le troppe ore di lavoro, la troppa burocrazia, la mancanza di personale e i turni massacranti.

Perché ti candidi con la Fp Cgil e perché votare Fp Cgil?
Possiamo, se lo scegliamo insieme, reagire e iniziare a rendere i nostri luoghi di lavoro più umani, più solidali e meno alienanti, più soddisfacenti, con tempi e ritmi che privilegino la relazione e non solo la prestazione. Per una sanità migliore e universale a cui tutti e tutte possano accedere liberamente. Per questo motivo mi candido nelle RSU Fp Cgil.

Cosa diresti a una collega o a un collega che pensa che votare non serva a nulla?
Oggi stanchi, stremati, dobbiamo reagire contro chi sta distruggendo la sanità pubblica e costringendo colleghi e colleghe ad abbandonarla. Possiamo, se lo scegliamo insieme, reagire e iniziare a rendere i nostri luoghi di lavoro più umani, più solidali e meno alienanti, più soddisfacenti, con tempi e ritmi che privilegino la relazione e non solo la prestazione.