Dal palco del Primo Maggio a Varese, le rivendicazioni di Domenico Guglielmo, coordinatore provinciale Inl per la Fp Cgil, per potenziare sul serio le attività di vigilanza
2 mag. 2022 – Tutte le pubbliche amministrazioni soffrono per le carenze di personale, causa il lungo blocco del turnover e una sostanziale mancata presa in carico del tema. Le attività di vigilanza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro seguono lo stesso andamento – peggiorato con la pandemia – di queste politiche miopi, come ha spiegato, dal palco del Primo Maggio a Varese, Domenico Guglielmo, coordinatore provinciale Inl per la Fp Cgil.
Le carenze di organico e di risorse hanno penalizzato e stanno penalizzando il settore della vigilanza, cioè “la lotta al lavoro irregolare, sommerso, il contrasto agli infortuni gravi e mortali sul luogo di lavoro” anche nel territorio varesino che ha un’alta densità di popolazione, con quasi 1 milione di abitanti, e un’alta densità produttiva, insieme a un aeroporto intercontinentale.
Insomma da fare ce n’è per gli ispettori e le ispettrici del lavoro. O meglio ce ne sarebbe, se ci fossero le forze adeguate per lavorare. “Le recenti riforme sono rimaste solo sulla carta, a causa proprio di questa carenza che oramai è diventata strutturale, soprattutto nel territorio lombardo e varesino. L’ampiamento di competenze, portato all’attenzione pubblica dal Ministro Orlando sui temi della sicurezza sui luoghi di lavoro purtroppo è inapplicabile senza risorse nel settore – rileva Guglielmo -. E un paradosso è che gli stessi ispettori del lavoro sono coinvolti in una vertenza con il Ministro (rispetto alla mancata armonizzazione dell’indennità di amministrazione, assegnata invece agli altri dipendenti ministeriali – ndr)”.
Il dato che riferisce il coordinatore Fp Cgil è impietoso: all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Varese operano in 26 persone, su una pianta organica di 100. È dura già così lavorare bene, figuriamoci dopo il previsto incremento delle attività. “Tutto questo comporterà difficoltà nella vigilanza, impiego degli ispettori nell’attività amministrativa interna e non sul campo per garantire i diritti dei lavoratori, minor presidio del territorio”. A danno della legalità e del contrasto delle “infiltrazioni mafiose nel mondo imprenditoriale”.
Un’attività ispettiva a braccia legate significa “maggiori problemi per i lavoratori non tutelati e un riposizionamento verso il basso dei diritti conquistati negli ultimi decenni. La ripresa post pandemia non può tradursi in un ‘liberi tutti’ – aggiunge Guglielmo -. Le regole vanno rispettate, i diritti dei lavoratori vanno rispettati. Si può fare solo potenziando le risorse anche sulla vigilanza”.
Altro dato allarmante, con la ripresa dell’edilizia e il riavvio di tutti i luoghi di lavoro, dopo il fermo dovuto all’emergenza sanitaria, è, rispetto al 2021, l’aumento del 50% degli infortuni sul lavoro in Italia nel periodo gennaio-marzo 2022 ma peggio ancora fa la Lombardia, con “un aumento di oltre il 70%”.
Da qui la richiesta al Ministro di andare oltre le dichiarazioni pubbliche, con “risorse concrete. Lo chiedono i lavoratori, lo chiedono le famiglie che hanno sofferto e che soffrono per le conseguenze della negazione di quei diritti e di quelle tutele per le quali siamo qui tutti noi oggi”.