Impietosi i numeri delle carenze mediche nelle strutture ospedaliere della provincia di Sondrio riportati da Michela Turcatti, segretaria Cgil e Fp Cgil territoriale. E non scherzano nemmeno i servizi dati in appalto, come la situazione più generale della sanità pubblica territoriale. Da qui la richiesta, fatta insieme a Ettore Armanasco dello Spi, di convocare l’Assemblea dei Sindaci per confrontarsi e fare pressing su Regione Lombardia
29 lug. 2022 – C’è da mettersi le mani nei capelli a sentire i dati sulla carenza di medici negli ospedali della Asst Valtellina e Alto Lario. Michela Turcatti, segretaria a scavalco tra confederale Cgil e Funzione Pubblica, categoria che dirige, li snocciola nella loro implacabilità, tanto più a fronte della pandemia in cui ci ritroviamo ormai da tre anni e che avrebbe dovuto fare capire, una volta di più, l’importanza e il valore della sanità pubblica.
Nel raffronto tra 2019 e 2022, in pneumologia si è passati da 8 medici a 2, in anestesia e rianimazione da 34 a 24, in cardiologia da 16 a 8, in neurologia da 10 a 3, in radiologia da 21 a 13, in urologia da 10 a 5, in ginecologia e ostetricia da 24 a 15, in ortopedia da 14 a 10, al pronto soccorso da 15 a 12.
“Con questi numeri, moltissime prestazioni non vengono più erogate né garantite, e così cittadine e cittadini devono forzatamente rivolgersi, se possono, alle cliniche di diagnostica, alla sanità privata” evidenzia Turcatti.
E non va meglio quando, sempre rispetto alla situazione della dirigenza medica in Asst, segnala i servizi dati in appalto, cioè in mano ai privati, a partire dai pronto soccorso (!) di Sondalo e di Chiavenna. A Sondalo sono state appaltate la guardia ortopedica, cardiologica, pediatrica, ginecologica. A Sondrio la guardia ortopedica, cardiologica, parzialmente il servizio di emodinamica. La dirigente Cgil prevede pure che “a breve, presumibilmente, lo saranno anche radiologia e, parzialmente, la guardia anestesiologica di Chiavenna”.
In sintesi, a oggi, rispetto al 2019, di quant’è la carenza di dirigenti medici e sanitari in Asst? “Si è scesi da 443 a 316 unità, cioè del 28,7% e sono già previste ulteriori uscite per pensionamenti e trasferimenti presso altre aziende ospedaliere. La situazione è gravissima, oltre l’allarme – risponde Turcatti, aggiungendo che “al 31 maggio 2022 il personale medico ha accumulato 256.127 ore lavorate non retribuite, cioè 800 ore pro capite e al 31 dicembre 2021 15.522 giorni di ferie non godute, cioè 49 giorni di ferie pro capite. Tempo fa l’Asst ci aveva comunicato che avrebbe sospeso il servizio di radiologia per garantire le ferie, per cui i medici, oltre a trovarsi in una situazione ingestibile, sono sotto attacco da parte della cittadinanza che li incolpa delle chiusure”.
Di chi sono le colpe? “Di Regione Lombardia, che da anni favorisce la sanità privata a scapito del pubblico. Ma anche le istituzioni sono inerti e così non si può più andare avanti. Per questo come Cgil Sondrio, con la categoria della Funzione pubblica e del sindacato pensionati Spi, abbiamo chiesto che venga convocata l’Assemblea del Sindaci per confrontarci insieme e provare, con una mobilitazione comune, a risalire la china facendo pressing e dare prime risposte concrete”.
Tipo? “Dare incentivi al personale medico; favorire i tirocini degli specializzandi nelle strutture pubbliche, in raccordo con l’Università e così reinternalizzando programmazione e formazione. Poi ci sono tutte le altre carenze di lavoratrici e lavoratori sanitari, vedi il personale infermieristico per cui si potrebbe individuare, in provincia, la sede per un ulteriore corso di laurea e prevedendo incentivi ad hoc, ad esempio borse di studio”.
Bisogna anche far fronte alla riorganizzazione ospedaliera della riforma sanitaria regionale. “Sì e anche qui bisogna dare quanto prima risposte vere, all’altezza dei fabbisogni di salute e per condizioni dignitose e valorizzanti per chi opera nel lavoro di cura. È giunto il momento di scelte radicali, a tutti i livelli. Va subito rilanciata l’idea di un momento partecipato e condiviso per interloquire seriamente con tutti i soggetti del sistema, con l’obiettivo di individuare soluzioni ai problemi e di proporli a chi è chiamato a decidere e intervenire, Regione Lombardia, che dovrà inoltre rispondere dinanzi ai cittadini per una situazione che è tanto drammatica, quanto inaccettabile”.
E chiudiamo con l’incipit del comunicato stampa diffuso da Michela Turcatti insieme a Ettore Armanasco dello Spi Cgil Sondrio: “Le recenti denunce dei medici della provincia di Sondrio e delle loro rappresentanze sindacali sullo stato drammatico in cui versano i servizi sanitari evidenziano ancora una volta la drammatica situazione in cui si trovano a dover operare. Una situazione, quella sanitaria locale, che ha pesanti ripercussioni su chi vi opera e su chi si trova a doverne usufruire, in particolare fragili e anziani, e che non risparmia nessun settore, dal territorio agli ospedali e alle Rsa, come da tempo abbiamo denunciato, avendo come risposta da Regione Lombardia solo vane rassicurazioni su presunte eccellenze della ‘Sanità di montagna’ e inaugurazioni di quelle che rischiano di restare scatole vuote o semi-vuote, quali le Case di Comunità di Bormio e Morbegno, dove non sono coinvolti nemmeno i medici di base”.