Alla Camera del Lavoro di Milano, dalle ore 9.30, organizzano Cgil e Fp Cgil Lombarde con Cgil e Fp Cgil milanesi e il patrocinio del Comune
18 lug. 2023 – Nell’attentato mafioso di via Palestro a Milano del 27 luglio 1993, a causa di un’autobomba vicino al Pac, il Padiglione di Arte contemporanea, persero la vita cinque persone. Più precisamente, i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente della Polizia Locale Alessandro Ferrari, e Moussafir Driss, cittadino marocchino senza fissa dimora, centrato da una lamiera mentre dormiva su una panchina.
In occasione del trentennale della strage, per ricordare le vittime, Cgil Lombardia, Cgil Milano, Fp Cgil Lombardia e Fp Cgil Milano, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale milanese organizzano un’iniziativa pubblica mercoledì 26 luglio, dalle ore 9.30, alla Camera del Lavoro metropolitana, in Corso di Porta Vittoria 43.
L’evento avrà un suo focus tematico, “Il contrasto all’infiltrazione mafiosa nella Pubblica amministrazione”, curato dal Prof. Nando Dalla Chiesa, Presidente dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano (Cross) e dal Dott. Giuseppe Busia, Presidente dell’Agenzia Nazionale Anti Corruzione (Anac). Vi parteciperanno, insieme a delegate, delegati e dirigenti sindacali, anche Emilio Miceli della Cgil Nazionale e Elena Buscemi, Presidente del Consiglio Comunale di Milano.
A costruire l’iniziativa, stanti i lavoratori pubblici coinvolti nella strage, come sopra richiamato, ha contribuito la categoria Cgil della Funzione Pubblica e ne sentiamo suoi dirigenti, con i segretari regionali Dino Pusceddu e Lello Tramparulo, e il segretario generale milanese Alberto Motta.
E da quest’ultimo partiamo, per sapere com’è nata l’idea di questo convegno. “La strage di trent’anni fa è stata una ferita profonda per Milano, di cui non tutti i risvolti sono stati ancora chiariti. In un periodo buio per il Paese, con le stragi viste al tg nazionale, siamo piombati a viverne una direttamente nella nostra carne al telegiornale regionale… – commenta Alberto Motta -. Ci siamo confrontati con il Confederale regionale e metropolitano, oltre che con la nostra categoria regionale, con l’obiettivo sia di ricordare, il giorno prima, quel tragico, anche con la testimonianza diretta di un vigile del fuoco, sia di ragionare sui pericoli della mafia, sui suoi probabili interessi a entrare nei gangli del pubblico impiego e governarli, a maggior ragione con i fondi pubblici del Piano nazionale di ripresa e resilienza che stanno arrivando e fanno gola, soprattutto attraverso gli appalti. Come sindacato, vogliamo continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto: essere sentinelle sui luoghi di lavoro, denunciare le irregolarità, affermare la legalità”.
Delle pubbliche amministrazioni fa parte anche la sanità che, ricorda Lello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia, “è un terreno fertile per l’infiltrazione mafiosa, in particolare nel settore degli appalti. Pertanto è necessario mantenere la massima attenzione in un settore dove girano ingenti risorse economiche. Il Pnrr ne destina di importanti per investimenti infrastrutturali in sanità. Solo con una programmazione mirata che vede coinvolte le strutture pubbliche sarà possibile garantire la massima trasparenza nella gestione degli appalti e favorire quindi la legalità”.
Tre vigili del fuoco, un agente della Polizia Locale. Dino Pusceddu, segretario regionale Fp Cgil, a maggior ragione seguendone i comparti, sostiene che “Chi lavora alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni deve conoscere i pericoli delle infiltrazioni mafiose, da cui la Lombardia è tutt’altro che esente, come evidenziano le indagini della magistratura. Il fenomeno non va assolutamente sottovalutato ed è fondamentale per la Funzione Pubblica Cgil promuoverne la conoscenza e favorire, anche tramite la leva della contrattazione, la formazione delle lavoratrici e lavoratori pubblici per prevenire e riconoscerne i segnali. Dev’essere una formazione pervasiva, trasversale e su tutti i profili professionali – insiste il sindacalista -. D’altro canto i dipendenti pubblici vanno salvaguardati nella loro attività a esclusiva tutela del bene pubblico: ogni pressione indebita su di loro, specie da parte della politica, è infatti a volte l’anticamera di comportamenti e azioni illegittime. Bisogna inoltre investire di più sulle nuove assunzioni, come la Fp Cgil chiede da tempo, visto che la mancanza di personale, significa potenzialmente anche meno ‘whistleblowing’, meno segnalazioni di illeciti, quando non, come nei servizi ispettivi, una riduzione di fatto dei controlli sulle imprese”.