3 Jul 2024
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La previdenza complementare è costituzionale

palco convegno

Oggi convegno della Fp Cgil Milano e Fp Cgil Lombardia a ridosso delle elezioni dell’Assemblea dei delegati e delle delegate del Fondo Perseo Sirio

1 mar. 2024 – Si è tenuto questa mattina, alla Casa della Cultura di Milano e da remoto, il convegno organizzato dalla Fp Cgil metropolitana con la categoria regionale su “Il futuro della previdenza. Le modifiche al sistema pensionistico italiano tra aspettative disattese e la necessità di rafforzare la previdenza complementare”.

Il 6, 7 e 8 marzo nella intranet del Fondo Perseo Sirio, le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego iscritti (207.617 tra funzioni centrali, funzioni locali e sanità pubblica, di cui 38.211 in Lombardia) voteranno per rinnovare l’Assemblea dei 30 delegati e delegate del fondo di previdenza complementare, cioè, come ha spiegato Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia, dell’ “organismo che ha il compito di modificare lo statuto del fondo o approvare il bilancio oltre che eleggere il CdA”.

A sostegno della campagna elettorale sono intervenuti due delle tre candidature lombarde della Fp Cgil, Antonio Alì, dell’Ufficio scolastico territoriale di Lecco, e Libero Borsotti, del Comune di Milano. Mentre Wladimiro Boccali, Presidente del CdA del Fondo Perseo Sirio, ne puntualizza le regole e la trasparenza, oltre che auspicare “un ulteriore slancio del Fondo” con il prossimo rinnovo assembleare.

Se la tornata elettorale è la contingenza, il tema di fondo che ha portato alla costruzione di questo convegno è la cautela delle lavoratrici e lavoratori pubblici (oltre 3 milioni, escludendo il settore la scuola) ad aderire a questa fondamentale gamba del sistema previdenziale.

Intervento di Dino Pusceddu“È necessaria un’informazione capillare sul fondo di previdenza complementare Perseo Sirio: i dipendenti del pubblico impiego l’hanno conquistato tramite la contrattazione e, nonostante questo, la diffidenza è ancora tanta. Nonostante il contributo contrattuale pari all’1% dello stipendio messo dall’amministrazione, nonostante il contributo dello Stato per gli assunti prima del 2001 in regime di Tfs, nonostante sia una scelta obbligata per chi vedrà erogata la propria pensione col calcolo contributivo – afferma Pusceddu -. Il nostro è un paese dove la cultura finanziaria è molto bassa, il nostro sforzo dev’essere quello di far comprendere che la pensione si costruisce fin dall’inizio della carriera lavorativa e che lo Stato non garantirà più un importo pensionistico in grado di permettere una vita dignitosa”.

Dalla tavola rotonda, moderata da Cesare Bottiroli, segretario Fp Cgil Milano, sono uscite riflessioni e spunti importanti.

Tiziana VettorTiziana Vettor, docente dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, definendo “pietra angolare del sistema della sicurezza sociale” l’articolo 38 della Costituzione Italiana, ha messo in luce come il nostro sistema previdenziale pubblico garantisca una tutela limitata delle persone, per cui “si deve provvedere al ricorso dell’assistenza privata”. Da qui il tema “di come integrare questa tutela”, non solo nel quadro dei molteplici interventi normativi sulle pensioni con il passaggio al calcolo contributivo, le penalizzazioni e i peggioramenti che – si veda opzione donna – si susseguono. Ma anche considerando la qualità del lavoro oggi, per cui si può essere poveri lavorando, tra lavoro sempre più instabile o occasionale, o per un “tempo ridotto non per scelta ma imposto”. E dalla povertà retributiva alla povertà contributiva il nesso avverso è fatto, come sanno soprattutto giovani e donne.

Mauro SavianoMauro Saviano, Direttore Dcm (Direzione di coordinamento metropolitano) dell’Inps Milano ha aggiunto allo scenario descritto “il fattore oggettivo dell’inverno demografico”. Per cui sta venendo meno quel “patto fortissimo tra generazioni” rimasto in equilibrio fino agli anni ’70 del Novecento, cioè durante il boom demografico, e secondo il quale chi è in attività paga la pensione di chi non è al lavoro. Così al “tasso di sostituzione” come “differenza tra retribuzione e pensione” si affianca “il tasso di sostituzione demografico”. Negli anni ’70 una coppia aveva di media due figli, il tasso di sostituzione era di 1 a 1, con una aspettativa di vita sui 67 anni. Ora quel rapporto è sotto l’1,50 e per il 2040 si stima arrivi a 1,27 per ogni coppia. Quando già oggi la vita media si attesa a 81 anni per le donne e a 78 anni per gli uomini. Le questioni che si aprono sono diverse, dalla “tenuta del sistema al tema dell’assistenza” che diventa sempre più preponderante.

Ezio CignaDella grande passione di Ezio Cigna, responsabile previdenza Cgil Nazionale, su queste tematiche fa fede il suo esordio: “Quanto tempo ho? Avrei miliardi di cose da dirvi”. Su uno scenario “inquietante”, a partire dall’ultima legge di bilancio, che è riuscita a surclassare la tristemente famosa legge Fornero. “Le misure della legge di bilancio azzerano la flessibilità buona che nel tempo si era costruita. Dalla legge di bilancio in poi il Governo non parla più di pensioni” considera il sindacalista, sottolineando che “i lavori non sono tutti uguali”. In termini di sforzo, di titolo di studio, di tempo, di condizioni complessive, “tutti fattori che hanno rilevanza sull’attesa di vita. “E il lavoro non è più quello di 20 anni fa, anche in termini di salario”. Da qui l’importanza di rivendicare il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro non solo perché, con un’inflazione al 13,4% e incrementi salariali medi del 4%, si è perso potere d’acquisto ma anche perché tutto questo impatta anche dal punto di vista previdenziale. E la pensione vede allontanarsi a ogni norma di più il suo realizzarsi. O meglio: “Il Governo sta pensando a un’unica finestra di uscita per tutti, la pensione di vecchiaia”. Se “il problema della tenuta economica” è comprensibile, “il tema ha anche risvolti di tenuta sociale”, avverte Cigna. Un esempio? “Dovranno cambiare anche le caratteristiche del lavoro pubblico”. Non è solo questione di luoghi di lavoro che dovranno essere adattati a lavoratrici e lavoratori pubblici anziani. Il nodo sono che servizi le pubbliche amministrazioni riusciranno a erogare. Ragion per cui dovrebbero essere cittadine e cittadini stessi a interessarsi di più a norme che li coinvolgono. E lo sguardo deve essere ampio, dalla sanità al fisco, mentre il mondo del lavoro cambia profondamente, diminuisce in termini di risorse umane, diventa più digitale. Ma non diventa meno disuguale, come si ricava anche sul piano previdenziale, dove per le politiche messe in campo, “la solidarietà c’è, non c’è l’equità”. Per cui paradossalmente chi lavora da più anni e nei profili più poveri paga la pensione a figure apicali.

In tutto ciò, “il tema della previdenza complementare è un elemento che sta dentro a questa discussione. Iscriversi è fondamentale. Ma è sbagliato usarla come uno scambio con la previdenza pubblica, che deve garantire le prestazioni minime ma necessarie. La previdenza complementare non è per chi è nelle condizioni più povere. Anche per questo, e pensando ai giovani, la Cgil, il sindacato confederale, chiede al Governo un tavolo serio e aperto di confronto”.

Florindo OliverioIl segretario Fp Cgil Nazionale Florindo Oliverio, nel suo intervento di chiusura, riprende in mano le imminenti elezioni. “Non sono mai nulla di scontato e quest’anno c’è un elemento in più. Per la prima volta oltre alla lista unitaria di Cgil Cisl Uil, c’è anche la lista di un sindacato autonomo della sanità”, racconta.

Per la Fp Cgil l’impegno è, insieme a candidate e candidati, quello di costruire una platea di rappresentanti sindacali che si occupi della previdenza, che “non è per pochi eletti ma deve diventare tema di normale attenzione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori”. Non è un “qualcosa d’altro”, e materia sindacale concreta, perché incide nella vita delle persone.

Sulla scia di Tiziana Vettor, Oliverio ritorna sull’articolo 38 della Costituzione, sollecitando, da ora in poi, “a metterlo in gran evidenza”. Previdenza pubblica e complementare sono elementi costituzionalmente previsti. Il punto è che si sta attaccando il pezzo privato oggetto del confronto e degli accordi con le organizzazioni sindacali per dare più spazio “al privato in mano al mercato, con i grandissimi istituti di credito e le grandissime compagnie assicurative”. Per questo è importante partecipare a questo appuntamento elettorale, e così “rafforzare la risposta provata integrativa che tutela le lavoratrici e i lavoratori perché espressione della rappresentanza sindacale e delle parti datoriali”.

Anche il segretario della Fp Cgil nazionale rimarca il valore del percorso intrapreso dalla Cgil sulla ‘Via Maestra’ della Costituzione, tenendo “insieme le politiche del Paese” e quindi le rivendicazioni per contrastare le disuguaglianze e avviare quella trasformazione sociale che riporta al centro le persone e la loro dignità.