30 Jan 2025
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Funzioni Centrali, contratto tradito

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Pusceddu (Fp Cgil Lombardia): “Chi ha firmato ha svenduto la possibilità di recuperare l’inflazione per 50 euro netti in più al mese”  

28 gen. 2025 – Il rinnovo del contratto collettivo nazionale per le Funzioni Centrali si è trasformato in un duro colpo per le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego. Un contratto che non solo manca di tenere il passo con l’inflazione, ma sancisce una perdita reale del potere d’acquisto degli stipendi. Per la Fp Cgil, insieme a Uil Pa e Usb, l’accordo rappresenta una resa incondizionata e uno schiaffo alla dignità dei dipendenti pubblici.

“Noi non ci arrendiamo di certo – dichiara Dino Pusceddu, segretario della Fp Cgil Lombardia –. Nei posti di lavoro stiamo spiegando che l’aumento contrattuale non è altro che la differenza tra lo stipendio di febbraio e quello di gennaio, quando era già scattata la maggiorazione dell’indennità di vacanza contrattuale. Questa era un obbligo di legge, non un risultato negoziale. Chi ha firmato ha svenduto la possibilità di recuperare l’inflazione per 50 euro netti in più al mese”.

Un contratto che penalizza tutti

I numeri parlano chiaro: il mancato adeguamento all’inflazione del triennio 2022-2024 genera perdite significative. “Ogni mese un funzionario perde 146,51 euro, un assistente 120,65 euro, e un operatore 114,62 euro. Questa è una sconfitta salariale, aggravata da altri punti critici del contratto”, denuncia Pusceddu.

Quali?

“Oltre ad aumenti inferiori all’inflazione, che non coprono il carovita e compromettono il potere d’acquisto, c’è, ad esempio la settimana corta illusoria: 36 ore concentrate in 4 giorni penalizzano le lavoratrici, spesso impegnate anche nel lavoro di cura. I buoni pasto in smart working, poi, sono vincolati a restrizioni orarie che rendono la misura inutilizzabile per molti. Il consolidamento delle posizioni organizzative è una norma che premia pochi privilegiati e blocca le opportunità di crescita degli altri lavoratori e lavoratrici”.

La mobilitazione come risposta

La Fp Cgil non si arrende. Pusceddu sottolinea la necessità di un’informazione capillare tra le lavoratrici e i lavoratori, per smascherare gli aumenti fittizi e mantenere alta la pressione. Le prossime elezioni RSU saranno decisive per dimostrare la forza di chi rifiuta accordi al ribasso.

“La nostra lotta va avanti continua – conclude Pusceddu –. Vogliamo contratti che rispettino chi lavora e restituiscano dignità al lavoro pubblico. La mobilitazione riparte ed è appena iniziata. Il lavoro pubblico vale e chi lo svolge merita rispetto e giustizia salariale”.

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