24 Apr 2024
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Carcere di Pavia / Le carenze insostenibili

Polizia Penitenziaria

La denuncia della Fp Cgil locale, lombarda e nazionale sui buchi in organico, mansioni superiori svolte senza essere retribuite e ruoli agiti in troppa solitudine

19 ott. 2022 – Al carcere di Pavia le carenze di personale della polizia penitenziaria sono pesanti. Mancano agenti sottufficiali, e così la mansione superiore viene svolta, senza essere retribuita, da agenti o assistenti. Mancano sovrintendenti, ce ne sono solo 4. E mancano ispettori: da 12 anni ce n’è solo uno, a fronte delle 640 persone detenute attuali.

Dalla Fp Cgil di Pavia, della Lombardia e Nazionale il biasimo è un unanime.

“Più volte abbiamo segnalato le sofferenze del carcere pavese, anche nell’ultimo incontro con il Predetto. Le carenze di polizia penitenziaria condizionano l’organizzazione del lavoro, con pesanti ricadute soprattutto per gli agenti e assistenti – afferma Americo Fimiani, segretario generale della Fp Cgil Pavia -. La sorveglianza generale grava sugli assistenti capo coordinatori e spesso anche sugli assistenti. Stiamo parlando di poco più di 115 unità delle 190 assegnate sulla carta, perché la differenza è assorbita dal Nucleo Traduzioni e Piantonamenti e da mansioni amministrative. Dopodiché va anche rafforzato il personale sanitario, anch’esso a forze ridotte a fronte di detenuti spesso con personalità difficili e fragili”.

In più, il delegato Fp Cgil Raffaele Ferraro aggiunge che il penitenziario ha bisogno anche di una più decisa manutenzione. “Le riparazioni della struttura sono costanti e noi temiamo per la salute e sicurezza delle lavoratrici e lavoratori, e insieme della popolazione detenuta”.

La situazione del carcere pavese, come di tante altre carceri del nostro territorio, per limitarci alla Lombardia, è inaccettabile per le gravi carenze di organico che si protraggono, per alcune figure in particolare, da troppo tempo – tuona Calogero Lo Presti, coordinatore regionale Fp Cgil -. Tutto ciò pesa sulle condizioni di lavoro e mortifica il ruolo e la professionalità di chi opera in un contesto già particolare e duro di suo, senza gli opportuni indennizzi”.

L’affondo finale è di Mirko Manna della Fp Cgil Nazionale che, in merito alle mansioni superiori in cui a Pavia sono stati impiegati, “per un così lungo tempo”, agenti e assistenti per coprire il vuoto di sottufficiali “debba essere valutato dai nostri legali per determinare la possibilità di un riconoscimento economico del lavoro svolto come ruolo di concetto. Il lavoro deve essere pagato nella giusta misura in cui si chiede al lavoratore di espletare mansione superiori non proprie al ruolo” insiste il sindacalista, impegnandosi nella richiesta formale sia di invio immediato all’istituto penitenziario di sottufficiali, “anche attraverso una procedura straordinaria di interpello per garantire una gestione regolare dell’organizzazione del lavoro” sia di un quantum economico “da attribuire alle donne e gli uomini della polizia penitenziaria che da 12 anni svolgono mansioni superiori”.