15 Oct 2024
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Servizi pubblici / Il 19 ottobre in piazza per la dignità dei contratti e il diritto alla salute

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“Salario, Salute, Diritti, Occupazione” il titolo della manifestazione Cgil e Uil a Roma. Vanoli (Fp Cgil Lombardia): “Noi vogliamo rinnovare i contratti pubblici ma alle condizioni che abbiamo condiviso con le lavoratrici e i lavoratori quando abbiamo presentato le piattaforme unitarie. Le privatizzazioni dei servizi pubblici, a partire dalla sanità, stanno colpendo le persone. Il lavoro pubblico è una grande rete di protezione sociale, se lo si fa funzionare bene”

1 ott. 2024 – “Salario, Salute, Diritti, Occupazione”. Con queste istanze, le categorie di Cgil e Uil della funzione pubblica, insieme alle rispettive confederazioni, chiamano le lavoratrici e i lavoratori alla manifestazione nazionale di sabato 19 ottobre, dalle ore 10, in piazza del Popolo a Roma.

“Il governo impoverisce i servizi pubblici, non aumenta i salari e privatizza la sanità”, riporta il volantino diffuso per lanciare una manifestazione che viene preparata dalle assemblee nei luoghi di lavoro.

“Noi i contratti li vogliamo rinnovare, in quanto strumenti per la crescita del potere d’acquisto e della valorizzazione professionale, per l’innovazione organizzativa e l’ammodernamento delle pubbliche amministrazioni, oltre che per il miglioramento delle condizioni lavorative e per il rafforzamento e l’ampliamento dei diritti. Ma quelli che abbiamo di fronte ai tavoli di trattativa non sono contratti! Questo governo è un pessimo datore di lavoro, sia nel merito sia nel metodo”, sostiene Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia.

Perché?

“Bisogna investire sui servizi pubblici e noi, nella prossima manovra economica, vogliamo adeguate risorse per rinnovare, alle lavoratrici e ai lavoratori pubblici, un contratto decoroso. Vogliamo un confronto serio su queste risorse, invece il governo ha proposto un incremento contrattuale del 5,78%, quando l’inflazione in questi anni ha superato il 17% – risponde Vanoli -. Il governo non tiene conto dei costi della vita che stanno impoverendo sempre più i salari né prevede di migliorare le condizioni dei dipendenti pubblici, lasciati a barcamenarsi tra carenze di personale, carichi di lavoro sempre più impegnativi, tante criticità, tra cui le sempre più frequenti aggressioni nei loro confronti. Non c’è nulla per porre rimedio a queste condizioni precarie e solo una manciata di euro per la valorizzazione di queste donne e uomini che, con il loro lavoro quotidiano e tra mille difficoltà, erogano diritti di cittadinanza. Diritti, questi ultimi, che sono un’altra ragione forte della nostra lotta – rimarca la segretaria generale -: a partire dalla sanità pubblica, le privatizzazioni stanno colpendo le persone che non possono pagarsi cure e prestazioni. La situazione non potrà che peggiorare, con il perseverare di uno sconsiderato disinvestimento di tutti i servizi pubblici e con l’aggravante dell’autonomia differenziata, se non verrà fermata. Noi chiediamo l’esatto opposto, cioè di investire sui servizi pubblici e sul lavoro pubblico, sulla salute, sul welfare e la protezione sociale, come abbiamo indicato nella piattaforma che avevamo presentato unitariamente”.

C’è dunque uno stop all’evoluzione della contrattazione degli ultimi anni?

“Se guardiamo agli avanzamenti prodotti con gli ultimi contratti collettivi nazionali, con la riforma del sistema ordinamentale, il nuovo modello delle progressioni, lo smart working, la revisione degli istituti normativi dei permessi e congedi, per citare alcuni miglioramenti, ora stiamo tornando indietro – puntualizza Vanoli -. Con gli scioperi e le mobilitazioni abbiamo riconquistato spazi alla contrattazione e superato le penalizzanti regole brunettiane. Ora il governo sta tentando il ritorno alle pagelline, blocca il lavoro agile e i fondi per il salario accessorio, non mette risorse per la riqualificazione del personale e propone di mandarlo in pensione a 70 anni per tamponare la carenza di organici. È una vergogna! – biasima la dirigente sindacale -. Da anni come Fp Cgil rivendichiamo la necessità di un piano straordinario di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. Non veniamo ascoltati ed è immaginabile il perché, se il disegno è quello di ridurre i servizi. Ed è così che lavorare nel pubblico impiego non è più una meta ambita ma una scelta in caduta libera, considerate le gravose condizioni di lavoro, i bassi salari, le condizioni di stress elevato, i rischi per la propria salute e sicurezza. Ed è così, appunto, che colpevolmente si sta dando una mazzata ulteriore, se non definitiva, ai servizi pubblici”.

La manovra economica può cambiare?

“È quello per cui ci stiamo battendo. Con la legge di bilancio si può e si deve invertire rotta. Assumendo finalmente il paradigma per cui il lavoro pubblico è un motore di sviluppo e di benessere per il Paese e le persone, e alimentando questo motore con gli opportuni investimenti. Non farlo, sarebbe una decisione irresponsabile, un tradimento dei principi guida della nostra Costituzione, come peraltro è la torsione democratica di diverse politiche dell’esecutivo. Noi crediamo che delle cittadine e dei cittadini bisogna prendersi cura, invece che lasciarli più esposti ai rischi e alle fauci del mercato, a maggior ragione in tempi di grande crisi. Con orgoglio sosteniamo che il lavoro pubblico è una grande rete di protezione sociale e bisogna metterlo nelle condizioni di farlo funzionare bene. Alle lavoratrici e ai lavoratori è giusto darne merito e riconoscimento, invece che mortificarli!”.

Quindi la lotta si intensificherà?

“Informiamo costantemente le lavoratrici e i lavoratori sull’andamento delle trattative per il rinnovo contrattuale e insieme saremo alla manifestazione nazionale del 19 ottobre per ribadire che vogliamo un contratto dignitoso, a tutela del potere d’acquisto sulla base dell’inflazione, con risorse adeguate per la valorizzazione, la riqualificazione, la formazione, la stabilizzazione di tutti i precari del Pnrr (il piano nazionale di ripresa e resilienza), la salute e la sicurezza. Questi sono i contenuti contrattuali cui hanno diritto le lavoratrici e i lavoratori. E continueremo a insistere che urgono stanziamenti appropriati per un piano straordinario di assunzioni nei servizi pubblici, nell’interesse di chi ci lavora e di tutto il Paese, con i suoi diritti di cittadinanza”, chiude Vanoli.

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