Intervista a Michele Giacalone, coordinatore Fp Cgil Lombardia
29 mag. 2024 – La lotta delle lavoratrici e dei lavoratori dei Vigili del Fuoco della Fp Cgil continua con determinazione e con ogni mezzo possibile, per rivendicare tutele per la loro salute e migliori condizioni di lavoro attraverso più assunzioni.
Dagli interventi alla Commissione Lavoro del Parlamento Europeo e alla Camera dei Deputati fino a quelli sui media. Ed è su quest’ultimo caso, con il coordinatore Fp Cgil Lombardia Michele Giacalone intervistato su Kristall Radio, alla trasmissione Good Morning condotta da Fabio Ranfi, che ci focalizziamo.
In radio hai citato la canzone Il pompiere paura non ne ha. Spieghi anche qui?
“Perché è una bugia. Per noi non vale il detto ‘Canta che ti passa’, la nostra è una voce di denuncia accorata. Il pompiere per affrontare il pericolo sa gestire la paura, ma ha comunque tanta paura: non solo per i rischi di un lavoro che svolge con onore, dai cieli e dalle acque alle fiamme e alle voragini, ma per la sua salute. Le patologie professionali che ci colpiscono, oltre agli infortuni, vanno dalle malattie cardiache ai tumori e alle malattie riconducibili a stress post intervento. E riteniamo grave che ci sia stato tolto, più di 4 anni fa, il ‘Supporto alla pari’, un servizio fondamentale di supporto psicologico interno che aiutava il personale impegnato in delicati interventi. Un servizio che funzionava, preliminare a una visita specialistica che oggi, a fronte di un protocollo, facciamo direttamente presso la Croce Rossa – risponde Giacalone -. Sappiamo di essere amati dagli italiani ma uno stesso sentimento non ha la nostra amministrazione e, prima di lei, il governo”.
Perché?
“Come Fp Cgil rivendichiamo da tempo, inascoltati, controlli sanitari mirati con cadenza annuale, non ogni 2-3 anni com’è attualmente. Questa misura di prevenzione è fondamentale per le lavoratrici e i lavoratori del Corpo. Che siamo a rischio lo dice l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo dice la scienza”.
Altrimenti?
“Diversamente, la malattia viene anche nascosta, sempre per paura. In questo caso, per paura di essere spostati dal ruolo operativo a quello amministrativo e così perdere pure 500-600 euro di stipendio al mese. Soldi peraltro che, con la malattia e visti i tempi, servono anche per potersi curare. Conosco colleghi che usano persino le ferie per le terapie. Tutto questo perché manca un monitoraggio serio da parte dell’amministrazione e perché non abbiamo una copertura assicurativa Inail, per la quale come Fp Cgil ci stiamo battendo da tempo. È paradossale ma quello dei Vigili del Fuoco non è considerato un lavoro usurante, non abbiamo il riconoscimento della causa di servizio sulle malattie professionali”.
Ricordiamo cos’è la particella pazza?
“Il nome è un po’ bizzarro ma la chiamiamo così per sdrammatizzare. Si tratta di una nanoparticella presente nel fumo nero degli incendi, nei residui della combustione. I nostri dispositivi di protezione individuale non sono così tutelanti da respingerla, tutt’altro, la fanno passare ed è lì, a contatto con la nostra pelle, che inizia a farci ammalare – risponde Giacalone -. Abbiamo due sole tute di lavoro, un solo sottocasco, un solo paio di guanti. Oltre a una costante e opportuna decontaminazione, servirebbero più ricambi. E invece non ne abbiamo e spesso, tra un turno e l’altro, tra un’emergenza e l’altra, non abbiamo tempo neanche di cambiare la divisa (o magari l’altra è ancora in lavanderia) e così poi, al danno personale si aggiunge il danno familiare”.
Cioè?
“Quando torniamo a casa, contaminati negli indumenti intimi da lavare, diffondiamo la particella pazza anche a chi ci sta accanto. È frustrante, ci sentiamo in colpa e, francamente, a doversi sentire responsabile è chi ci dirige. Questa è una situazione intollerabile, professionalmente ed eticamente”.
Un’altra criticità è la carenza di personale?
“Sì, in Lombardia la scopertura media è del 40% fra personale operativo e amministrativo. In Lombardia questi ultimi soni circa in 320 ed è scandaloso che, per dar loro supporto, si impieghino vigili operativi. Da anni denunciamo questa criticità, siamo passati dalla chiusura straordinaria per un solo turno di servizio di qualche distaccamento (vedi i Comandi di Mantova, Bergamo e Sondrio) alla sospensione dell’unica squadra operativa in una sede centrale come il Comando di Bergamo. Oggi, per evitare la chiusura per periodi più lunghi, si riduce il personale delle squadre operative a 3 unità, ed è gravissimo: per legge ci devono essere almeno 5 Vigili del fuoco. Stiamo parlando dell’operatività del soccorso tecnico urgente. E cosa facciamo? Portiamo un equipaggio tipo a equipaggio ridotto. È chiaro?”, incalza Giacalone.
Quindi fate molti straordinari?
“Da così tanto tempo che sono ormai diventati ordinari. Avere a lungo carichi di lavoro in più compromette la salute di tutti i lavoratori e le lavoratrici. L’amministrazione continua ad attribuire ore e a voler risolvere la carenza di organico con lo straordinario: basta! Basta! – esorta il sindacalista -. La scopertura di organici, a tutti i livelli, va colmata con le dovute assunzioni e non con il contagocce. Anche qui, il problema è nazionale, oltre che locale. Se qualche soldo in più fa sempre comodo, la contropartita è troppo pesante, paghiamo un prezzo troppo alto. È ora di avere il coraggio di dire basta!”.
Come si può fare per assumere più personale?
“Bisogna chiudere tutte le graduatorie aperte. Indire al più presto un nuovo concorso pubblico perché ci occorrono giovani, donne e uomini sotto i 30 anni, così da poter gestire al meglio le emergenze e consentire al Vigile del fuoco neoassunto di avere una carriera dignitosa”.
Hai citato le donne e i giovani, due categorie al centro delle rivendicazioni della Cgil.
“Nello specifico dei Vigili del Fuoco, posso denunciare, rispetto alle donne, una discriminazione. Venticinque anni fa entrava nel Corpo la prima donna e ancora oggi la maggior parte delle nostre sedi è inadeguata alle lavoratrici del ruolo operativo. È vergognoso – sottolinea Giacalone -. Guardando ai giovani che vogliono entrare nel Corpo ci tengo a fare un appello: la Fp Cgil è il vostro primo Dpi, un dispositivo di protezione individuale che lotta per tutelare la salute dei Vigili del Fuoco. Come Fp Cgil lottiamo perché le lavoratrici e i lavoratori non vengano spremuti come limoni e pertanto rivendichiamo meno straordinari, una busta paga più adeguata e rispettosa (i neo assunti prendono circa 1400 netti, un capo reparto, con 35 anni di servizio, 2mila euro scarsi!), considerati i rischi che corriamo. Chiediamo la salvaguardia della salute come diritto e assunzioni per colmare la sempre più critica carenza degli organici”.