
11 marzo 2025 – Questa mattina, in diretta su Kristall Radio, ai microfoni di GoodMorning Milano si è parlato di sanità lombarda con Monica Vangi, segretaria regionale Cgil, e Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia.
Punto di partenza, l’arretramento dal quarto al settimo posto della Lombardia in base a un recente monitoraggio del Ministero della Salute.
I due sindacalisti sono tornati a denunciare – dopo il comunicato congiunto fatto nei giorni scorsi anche con Spi Cgil Lombardia – le criticità del sistema sanitario regionale, a partire dalla medicina territoriale, trascurata a favore dell’eccellenza ospedaliera: mancano strutture di prossimità e medici di medicina generale, mentre i fondi del PNRR (il piano nazionale di ripresa e resilienza) non bastano a colmare il divario.
Le liste d’attesa interminabili spingono sempre più le cittadine e i cittadini verso il privato o alla rinuncia delle cure per motivi economici, violando così il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione. A questo si aggiunge la grave carenza di personale sanitario. Solo a livello lombardo mancano 9500 infermieri, ad esempio, e i prossimi pensionamenti peggioreranno la situazione. Nella nostra regione i posti universitari in infermieristica rimangono vuoti per mancanza di candidati. Le retribuzioni italiane sono tra le più basse in Europa, causando fuga di professionalità verso paesi come la Svizzera. Le condizioni di lavoro sono difficili, con stress e problemi di conciliazione vita-lavoro, in un settore a grande presenza femminile.
La proposta di risolvere la carenza di lavoratrici e lavoratori con più lavoro straordinario è respinta dal sindacato del quadrato rosso.
Come viene criticata, una volta di più, la legge regionale che equipara pubblico e privato, creando disparità e favorendo logiche di profitto. Tra le proposte sindacali: un CUP unico, più assunzioni, stipendi adeguati e il rilancio della medicina generale.
Nel corso della trasmissione si è parlato anche di Rsa, sottolineando come questa rete per persone anziane e non autosufficienti sia prevalentemente privata (oltre il 90%). La Cgil ha rimarcato la necessità di un maggiore intervento da parte di Regione Lombardia per definire standard e fabbisogni di personale adeguati alla complessità assistenziale degli ospiti. Ma anche che Regione si assuma le proprie responsabilità, visto che queste strutture operano anche con fondi pubblici, e così insistendo su un maggiore controllo e su standard più elevati per garantire la qualità dell’assistenza nelle Rsa lombarde.
Resta e diventa anche più forte la richiesta di un confronto urgente con Regione Lombardia per un cambio di rotta concreto.