
Intervista a Lello Tramparulo, segretario della Fp Cgil Lombardia.
27 giu. 2025 – La non firma di Fp Cgil e Uil Fpl al contratto nazionale della sanità pubblica 2022-2024 ha rinnovato, dopo quello per le Funzioni Centrali, uno strappo profondo nel fronte sindacale. A firmare sono state Cisl Fp, Fials, Nursind e Nursing Up, quest’ultima con un voltafaccia rispetto alla posizione dello scorso gennaio.
Perché Fp Cgil non ha firmato il contratto della sanità?
“Perché è un contratto che grida vendetta. Non ci sono state trattative vere, solo un pressing politico e mediatico per portare a casa una firma. Nursing Up, che fino a ieri lo definiva inaccettabile, ha improvvisamente cambiato idea. Ma il testo è rimasto lo stesso: vuoto di contenuti veri. Firmarlo significava certificare la resa, e noi non tradiamo le lavoratrici e i lavoratori. Come Cgil Cisl Uil – prosegue Tramparulo – avevamo avanzato una piattaforma unitaria fatta di investimenti su salari, carriere, diritti”.
Cosa c’è davvero in busta paga con questo contratto?
“Molto meno di quello che raccontano. L’aumento lordo medio è di 50 euro, tolta l’indennità già versata. E nessun arretrato per il 2022 e 2023. A fronte di un’inflazione del 16,5%, il contratto riconosce un aumento del 6%. È una riduzione programmata del potere d’acquisto. Lo chiamano rinnovo, ma è un colpo basso”.
I firmatari parlano di ‘conquiste’ su formazione, carriera, mobilità. È così?
“Siamo alla propaganda. Sulla formazione, Nursing Up chiedeva 2 ore settimanali. È sparito tutto: è rimasta solo la possibilità di scegliersi il 30% degli Ecm (i crediti di educazione continua in medicina – ndr) obbligatori. La mobilità? Le aziende già pubblicavano i bandi annuali, non cambia nulla. E le cosiddette elevate qualificazioni professionali? Una farsa: servono sette anni in incarichi elevati e comunque le aziende non hanno fondi per attivarle”.
E per i profili di assistenti, operatori, neoassunti?
“Penalizzati. Per le progressioni economiche servono 10 anni di esperienza. I fondi per le carriere sono ridicoli: con le risorse previste, un lavoratore o una lavoratrice su novanta potrà progredire. È una presa in giro. Altro che valorizzazione!”.
Cosa manca in questo contratto, secondo voi?
“Manca tutto ciò che conta: nessuna risposta su mensa, pause, orario flessibile, condizioni di lavoro. La pronta disponibilità è deregolamentata: lavoratrici e lavoratori sono a disposizione dell’azienda anche nei giorni di riposo. Chi ha firmato si assume la responsabilità di un testo che peggiora il contratto precedente, peggiora le condizioni materiali delle persone che fanno funzionare la sanità pubblica”.
Stare fuori dal contratto cosa significa? Adesso che fate?
“Stiamo, come è nel nostro dna, dalla parte giusta, con le lavoratrici e i lavoratori. Ci aspettano assemblee, informazione vera, vertenze. Quando a ottobre arriveranno i soldi veri in busta paga, la realtà parlerà da sola. E noi ci saremo: con le nostre delegate e delegati, con i territori, con chi non vuole più farsi prendere in giro”
Chi ha firmato questo contratto, secondo voi, cosa ha scelto?
“Ha scelto di essere notaio delle decisioni del governo. Di certificare la compressione salariale. Di firmare per potere, per logiche interne, non certo per migliorare la vita di chi lavora in sanità. E in Lombardia, dove Cgil e Uil sono le organizzazioni sindacali più rappresentative, pensano davvero di gestire tutto senza di noi? Auguri!”
Cosa vi aspettate dalle lavoratrici e dai lavoratori?
“Che non si facciano fregare. Che leggano le cifre, che guardino la realtà. Questo contratto è una trappola vestita da svolta. Noi siamo qui per smascherarlo. E continueremo a lottare per un contratto vero, degno, giusto. Meglio alzare la testa che abbassare la dignità. La sanità pubblica si difende anche così: non firmando contratti vergognosi”.
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